CANNIBAL CORPSE: THE BLEEDING
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04/05/2010Finalmente anche per i macellai (di carne umana) è arrivato il tanto sospirato capolavoro. Già nel precedente 'Tomb Of The Mutilated' i miglioramenti sono innegabili, ma in questa sede i nostri hanno fatto un ulteriore – e deciso – passo avanti. Innanzi tutto questa è l'ultima performance in studio per il vocalist Chris Barnes, e bisogna ammettere che le sue linee vocali sono decisamente sopra le righe, evidenziando un netto miglioramento dal disco precedente, sotto tutti i punti di vista: il vocalist adesso sembra padroneggiare bene il concetto di modulazione e controllo dell'aggressività nel growl. Anche dal punto di vista tecnico il miglioramento è netto, con riff meglio costruiti e tempi più irregolari e complessi. Questo lo si sente fin dalle prime battute, quando cioè l'ascoltatore viene assalito dal tellurico mid tempos di "Staring Through The Eyes Of The Dead", che dopo la pesante partenza esplode in un devastante blast beat. Andando avanti si migliora con la thrashy "Fucked With A Knife", brano immancabile in sede live, per non parlare del riffone di "Stripped, Raped And Strangled", altra cruenta colonna portante del repertorio dei Corpse. Insomma, avete capito bene: i primi tre brani valgono da soli il prezzo del disco. Senza voler raccontare troppo (giusto per quegli sventurati che ancora non hanno ascoltato questo disco, ndr) vi segnaliamo l'altro pezzone del disco, la floridiana "The Pick-Axe Murders", altro momento di attitudine densa e pura. Anche la produzione ci mette del suo, con quei suoni grezzi e ruvidi ma allo stesso tempo chiari e perfettamente intellegibili, che non lasciano sfuggire la minima nota all'ascoltatore. Da segnalare anche l'ingresso del chitarrista Robert Barret, che ha conferito ai Corpse un notevole impianto brutale e una nuova freschezza nei riff. Come tradizioni, i nostri si sono scontrati frontalmente con la censura che li ha costretti a sostituire l'artwork della copertina con uno meno disturbante. Questo è l'artwork originale, per chi fosse interessato. Concludendo, non possiamo far altro che consigliare nella maniera più calorosa l'ascolto di questa pietra miliare del Death, testimonianza del momento migliore di uno dei mostri sacri del genere.
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