GALLOWS POLE: Revolution
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04/05/2010Gli austriaci, formatisi nel 1975 e autori di un energico hard rock, tornano sulla scena con questo quinto lavoro che di rivoluzionario ha giusto il titolo. I riferimenti agli AC/DC sono ben udibili sin da subito, mentre il gruppo ha un grosso freno rappresentato dal cantante Alois Binder, ugola poco potente e soprattutto poco malleabile. Peccato perché musicalmente i Gallows Pole sanno mettersi in mostra, non tanto nei pezzi più hard, troppo derivativi, quanto nelle due notevoli ballads "Always" e "Early Days", graziate da un filo di tastiera (suonata dal chitarrista Steiner), e da una sentita interpretazione (per una volta non fuori registro) di Binder sicuramente più efficace su linee vocali basse e riflessive. A chiudere in bellezza il breve album c’è "Baby Come On", pregevole mistura di metal e post-grunge che ammicca agli Stone Temple Pilots di ‘No.4’, e che ci mostra un gruppo molto più compatto che nei pezzi precedenti. Nei quaranta minuti di 'Revolution' si ha la possibilità di ascoltare del buon hard rock pregevolmente suonato da tutta la band e discretamente prodotto. Nulla di innovativo, ma nemmeno da cestinare su due piedi. Con una voce più in sintonia col resto del gruppo ci si troverebbe davanti ad un buon disco.
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