BROTHER FIRETRIBE: Feel The Burn
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10/10/2020Nel panorama melodic hard rock e AOR degli ultimi venti anni una delle band che hanno fatto la voce grossa sono stati i Brother Firetribe, non certo un esempio dal punto di vista della prolificità, ma sono sempre stati in grado di garantire altissima qualità, in particolare nei primi tre album, da considerare dei classici, veri e propri must have per i seguaci del genere. 'Sunbound', il loro quarto lavoro non presentava Pekka Heino e soci al massimo della loro ispirazione, un prodotto comunque più che discreto che piazzava un paio di punte di diamante, in particolare "Taste Of A Champion", davvero strepitosa. 'Feel The Burn' presenta i Brother Firetribe con una grossa novità: l'abbandono del chitarrista membro fondatore Emppu Vuorinen rimpiazzato da un turnista, Oropa Riihijarvi, ma questo avvicendamento non pregiudica la sostanza di questo elaborato davvero di eccellente fattura. Splendida come sempre la voce di Pekka, melodie coinvolgenti, tastiere e sintetizzatori più che mai in primo piano, poi la qualità del nuovo arrivato nella produzione di riff e di raffinatissime parti soliste è sotto gli occhi di tutti, rivelandosi un'autentica sorpresa che non fa assolutamente rimpiangere l'operato di Emppu. Non troverete mai un momento negativo o rivedibile nell'arco delle dieci canzoni, almeno la metà delle quali veramente esaltanti. "I Salute You" è un accattivante mix tra Europe, Bon Jovi e Survivor che trova la sua naturale perfezione nel chorus; la sublime "Night Drive", pazzesca per la combinazione tra vocals e synth i quali aggiungono un tocco sinfonico nella ballad "Love Is Beautiful", "Chariot Of Fire" nel suo dipanarsi deliziosamente commerciale, "Ticking Away" con tastiere lussureggianti che si intrecciano magnificamente con le linee vocali e i controcanti di Pekka dove il guitar work forse contenuto, ma tremendamente efficace, evidenzia un fantastico assolo, mentre "Rock In The City" è un finale intriso di carica adrenalinica che ci consegna una band che è tornata sulla cresta dell'onda, candidandosi a pieno diritto nelle posizioni di vertice della categoria in virtù di un lavoro dalla classe immensa.
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