BOTTOMLESS: Bottomless
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07/07/2021Tra il Veneto e la Sicilia nuove proposte musicali emergono nell’underground nostrano, da sempre fucina di ottime band e di grandi suoni. Da grujppi come Assumption e Messa in particolare nascono i Bottomless, trio che grazie al supporto amichevole, prima ancora che professionale e produttivo di Spikerot Records, butta fuori l’album di debutto che è a tutti gli effetti un tributo onorevolissimo al doom metal. Grazie ad un ottimo lavoro di produzione, i Bottomless propongono un doom suonato davvero bene, che non risulta assolutamente noioso, pesante e stantìo, ma è suonato con il dovuto rispetto ed il senso del dovere. Da parte di Giorgio Trombino (voce e chitarra), Sara Bianchin (basso) e David Lucido (batteria), si sente proprio il senso di attitudine da loro sprigionato quando mettono in mostra i loro pezzi. Già dopo i primi ascolti, si capisce in maniera quasi istantanea che il loro riferimento principale sono i Candlemass, ed a fianco i grandissimi del genere come Pentagram, Black Sabbath, Saint Vitus ed altri totem che risulta superfluo citare tutti. In ciascun brano di questo loro debutto omonimo, Giorgio Trombino riesce ad amalgamare con la sua voce, profondamente diversa rispetto alle coordinate funeral che raggiunge con gli Assumption, epicità ed acidità, creando un cocktail particolarmente denso di ingredienti e dal sapore ferale ed incisivo. A ciò si associano i suoi ottimi giri di chitarra, che percorrono il loro lineare e giusto tragitto, e le pizzicate di basso di Sara Bianchin, che torna alla sua passione primaria già affrontata con la sua death metal band Restos Humanos, e che creano le atmosfere adatte per chi ama spassionatamente questo genere, introducendo l’ascoltatore in una valle pregna di oscurità e di presenze sinistre. Ascoltando l’album, si nota subito come “Centuries Asleep” possa diventare un must della band, per il suo essere dotato di epicità espressiva e di groove potente. Epicità già menzionata prima, e che pervade la maggior parte dei brani del disco, caratterizzati proprio dall’approccio che ha reso immensa una band come i Candlemass. Il doom dei Bottomless assume anche un sapore ed un’atmosfera on the road con “Losing Shape”, un brano dall’andatura molto spedita che risulta particolarmente adatta per chi vuole intraprendere un viaggio in territori baciati dalle alte temperature. Ovviamente, nei dettami che si rispettano il doom è di regola un genere metal dai ritmi progressivamente lenti e densi, che scava nel profondo e ben oltre. Pezzi come “Loveless Reign”, che descrivono proprio quel senso di inquietudine e di mancanza di appigli di speranza, ne sono un buon esempio. D’altronde, l’album parte con un brano come “Monastery” che, alla fin fine, rende lampante l’idea di quanto, pur provando a creare variazioni sul tema, l’oscurità la faccia sempre da padrone. Provenire da band come Assumption e Messa vuol dire avere un background di assoluta qualità e fiducia, ed infatti il progetto Bottomless prosegue nella direzione di una musica pesante di sicuro affidamento, continuando quindi ad incarnare il loro credo musicale nella sua forma più vera. Proprio a fronte di tutto ciò ‘Bottomless’ è un disco doom che, per quanto possa essere profondo, sa essere per questo anche molto fresco all’ascolto.
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