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TENET: SOVEREIGN

data

28/06/2009
65


Genere: Thrash/Death Metal
Etichetta: Century Media
Distro:
Anno: 2009

Ecco qua l'immancabile side project di artisti più o meno famosi della scena metal internazionale (vabbè, in questo caso il più supera di molto il meno) che ogni anno esce per restare, nella maggior parte dei casi, un ricordo più o meno piacevole. E temo che anche a questi Tenet toccherà la stessa sorte. Ma chi c'è dietro questo imprevedibilissimo monicker che può essere letto in entrambi i sensi? Il fondatore è nientepocodimeno che il chitarrista degli Strapping Young Lad Jed Simon, dietro le pelli c'è il mitico Gene Holgan, al basso Byron Stroud, nome certamente noto ai fan di Fear Factory e SYL, Glen Alvelais alla chitarra e alla voce, udite udite: nientemeno che Steve Souza, ex voce di Exodus e Testament. Ed è proprio l'apporto di quest'ultimo che salva almeno parzialmente il disco. Ora vi starete chiedendo cosa possa esserci di negativo in un album che si presenta con una simile formazione, beh è semplice: che accidenti è sta roba? Si parte con l'opener "Being And Nothingness", un thrashone tiratissimo dai risvolti death, che per quanto abbia da offrire in potenza e tecnica, lascia un tremendo senso di vuoto, perlomeno in chi non sia convinto che il metal inizia e finisce nella Bay Area. Carino l'assolo, anche se verso i due minuti si ha l'impressione di ascoltare un brano di Steve Vai, utilizzato come soundtrack di un popolare videogame. Magari è un impressione. Con la successiva "Indulge Me", però, accade qualcosa di strano: attacco potentissimo alla Sodom, che si evolve in una sorta di... hard rock in puro stile Ac/Dc, ottimamente resto dal vocalist. Poi si riprende in velocità e potenza, con qualche rallentamento sempre in chiave H/R. Insomma, si tratta di un thrash veloce, aggressivo ma allo stesso tempo anthemico, pieno di spunti melodici che per quanto appena accennati, funzionano fino al punto in cui devono, anche perchè la scarsa durata dei brani non consente certo escursioni o approfondimenti melodici. Grossomodo non ci troviamo molto lontano dagli ultimi Testament, infatti i riff veloci e taglienti, il cantato aggressivo e potente di Souza, gli assoli spaccaossa e tutto il resto possono andar bene se si vuole giusto gonfiare i muscoli oliati, ma non è questo che ci si aspetta dal blasone di chi forma i Tenet. Probabilmente sarà il disco dell'anno per i conservatori, un giocattolo divertente per alcuni, deprimente vecchiume per altri. Forse non sarà così, ma personalmente ho abbandonato i giocattoli da un pezzo...

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