BOLT THROWER: THOSE ONCE LOYAL
data
03/12/2005Esperimento: procediamo ad un'introduzione per assiomi:
1) i Bolt Thower sono inglesi e sono in giro ormai dal remoto 1986.
2) fanno death metal anche se influenzato dal doom e in misura minore dal vecchio HC anni '80.
3) hanno una ragazza al basso che si chiama Jo Bench sin dagli esordi.
4) due singers su tre provenivano dai Benediction.
5) il loro ultimo album, del 2005, si chiama 'Those Once Loyal'.
Terminata questa sezione introduttiva assiomatica passiamo ai fatti.
'Those Once Loyal' è l'ottavo full-lenght album in studio per questo gruppo che ha sempre fatto del tema della Guerra (poi spiegherò il motivo della lettera maiuscola) e del death metal più claustrofobico le sue caratteristiche peculiari da quasi vent'anni.
Musicalmente si nota una resa sonora, un songwriting e una produzione migliori che nel precedente 'Honour, Valour, Pride' del 2001 (l'album con Dave Ingram alla voce per capirsi), cosa senza dubbio positiva; il tipico sound Bolt Thower e lo stile che accosta le care vecchie accelerazioni DM con parti catacombali ai limiti del doom (un po' nella vena dei vecchi Asphyx per chi li conosce) ci sono sempre, così come il vocione roccioso e cavernicolo dello storico singer Karl Willets, rientrato nei ranghi dopo aver lasciato il testimone per un album al suo vecchio amico/nemico Dave Ingram.
A livello di songwriting, pur essendo presenti tutti i canoni tipici della musica dei Bolt Thower di questi ultimi anni, (cioé tempi medio/alti di esecuzione e ampie parti non cantate) ho notato una tendenza (già partita dal precedente album per dire la verità) ad una varianza di proposte finali rispetto ad un album statico ed immobile come 'Mercenary' (1998), il punto più basso della loro discografia fino a questo punto.
Parlando invece di tematiche nelle canzoni, se si parla dei Bolt Thrower si parla di Guerra, intesa più come gesta eroiche epiche, prima espressione di coraggio, eroicità e valori, tutti i canoni dell'Epic metal (anche se riproposti cronologicamente in un futuro prossimo venturo e non nell'antichità) che come truce massacro di gente molto evil (espressione invece più azzeccata nel BM).
Consigli per gli ascolti? No, non ce ne sono, l'album merita sicuramente di essere ascoltato dall'inizio alla fine, perché senza troppi fasti e pubblicità fa il suo lavoro appieno e con modestia (notare però "The Killchain" che presenta un intro UGUALE a quello della celebre "Cenotaph"...).
Commenti