DEICIDE: TO HELL WITH GOD
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27/06/2011Zolfo e fiammate a profusione. Eccoli lì, i Deicide sono tornati alla carica con un nuovo album passato in sordina sia perché, come già tutti sapevamo prima ancora di ascoltarlo, non è un nuovo 'Legion', sia perché la nuova uscita dei colleghi concittadini li ha decisamente messi in ombra. Ma in parte se lo meritano, perché sono anni che Mr. Benton e soci continuano a non dir nulla e a sbraitare contro Gesù e i cristiani. Molti (i più ingenui) si erano bagnati per 'Stench Of Redemption', dimostrando di non capire la differenza tra un'ottima band estrema, e una band poco ispirata, però con una produzione stellare e un chitarra solista spettacolare. Di cui si torna a parlare i questa sede. Lui, Ralph Santolla, il (cattolicissimo) axe-man che ha salvato le chiappe a una band capace di utilizzare le stesse ritmiche per il 70% del disco (ascoltate dalla terza traccia in poi), e affetta da una tremenda carenza di idee. Ma procediamo con ordine. L'album si apre con la title track, uno dei pezzi migliori: attacco devastante che richiama direttamente gli ultimi due dischi. A naso possiamo dire che va già meglio di 'Till Death...', fino a che arriva il solo di Santolla, e allora possiamo dire che il brano decolla come un concorde. Con "Save Your" già cadono le braccia, riff poco ispirati, semplicistici, nulla da proporre a parte un po' di sana ruvidità. Va meglio con l'altra mazzata old school "Witness Of Death" e il marcio mid tempo di "Conviction". Poi tranne "Angels Of Hell", che se non fosse per i triggeroni potrebbe essere stata ripescata dagli scarti del primo album, davvero niente di interessante da segnalare. Niente, anche se va meglio del lavoro precedente (ricordiamolo, interamente scritto da un batterista), i floridiani stanno vivendo una nuova parabola discendente. Se non fosse che dal vivo restano una band fenomenale, con un passato decente, e che si poteva tranquillamente fare a meno di nuovi album come questo.
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