BLANC FACES: BLANC FACES
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06/07/2005Quello dei Blanc Faces era un album che aveva scatenato, nei mesi precedenti, diversi rumours e scambi di notizie tra gli appassionati del genere, complici le grandi aspettative gettate sull'operato dei fratelli La Blanc, visto come un'autentica ed entusiasmante continuazione di quanto già sentito nei Mecca dei grandi Vana/Frederiksen. Oggi come oggi, avendo finalmente tra le mani questo meraviglioso cd, posso subito sentenziare che mai attesa fu più motivata, e ciò grazie ad un risultato finale che non lascia spazio a fraintendimenti: "Blanc Faces", infatti, rappresenta a mio modesto parere uno degli hilights di questo fantastico 2005, pronto a contendersi un posto di rilievo nella classifica annuale delle migliori uscite del genere. La proposta dei Blanc Faces va ad esplorare, senza mezze misure, la parte più piacevole e vivace dell'AOR anni ottanta, riprendendo molti degli elementi messi anche in mostra dai già citati Mecca due anni or sono. Questo accostamento, tra le altre cose, è valorizzato in particolare dall'incredibile vicinanza tra l'impostazione vocale di Robbie La Blanc e quella di Joe Vana, elemento che, ai tanti cultori ed amanti delle sonorità melodiche nelle loro diverse forme, salterà all'orecchio già dalla traccia di apertura "Here's To You". Le dodici tracce del cd, stupendamente permeate su un songwriting maturo e mai banale, offrono una cinquantina di minuti di fantastico intrattenimento musicale, il tutto reso speciale ed assolutamente accomodante grazie al perfetto lavoro di mixaggio del guru Dennis Ward. Le linee melodiche sparse nel cd, ben "riempite" dagli angelici arrangiamenti di tastiere, offrono a tutti i rockers sognatori ed innamorati un piccolo angolo di paradiso in cui rifugiarsi nei propri momenti ideali, accompagnati ed introdotti in questa leggiadra escursione da una front-cover assolutamente azzeccata. Se alla fine del secolo scorso mi avessero parlato di un buon ritorno delle sonorità melodiche nella decade a venire, penso che avrei sorriso senza mezze misure nei confronti degli autori di tale profezia, la quale invece, con mio estremo piacere e febbricitante goduria, si sta rivelando incredibilmente esatta. E se il rock melodico è tornato a respirare a pieni polmoni da qualche tempo a questa parte, il merito va soprattutto ai tanti appassionati di queste sonorità, i quali hanno deciso, spesso e volentieri in contrapposizione alle dure leggi del mercato, di ridare luce e splendore ad un genere musicale che mai è stato seppellito, nemmeno dalla bieca ideologia senza scrupoli del maledetto music biz. Mille grazie Frontiers, e mille grazie Blanc Faces.
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