AT THE GATES: At the Nightmare of Being
data
05/08/2021A prescindere da tutto, quando una band come gli At the Gates ritornano è una notizia. Gli ultimi album non hanno brillato per originalità, e anche se qualcosa di notevole c’è in questo ‘At the Nightmare of Being’, non possiamo certo parlare di qualcosa che ci ricorderemo per sempre. L’opener ci piace, è il classico pezzo degli At The Gates, un bel compromesso tra ritmiche e melodie, anche se è uno dei momenti meno memorabili dell’album. La title track ha un feel molto malinconico, con un bell’arpeggio e un mood a tinte più scure. Non male. Siamo rimasti sorpresi di fronte a “Garden of Cyrus”, col riff iniziale che ricorda molto un pezzo degli Amon Amarth – almeno al sottoscritto – per poi evolvere in un qualcosa tra jazz e prog, con tanto di inserimento di fiati. Tutto bello eh, ma non siete gli Atheist, ragazzi. Qualcosa di progressive la sentiamo anche in “The Fall Into Time”, pezzo decisamente riuscito meglio del precedente. Un piccolo plauso va a “The Abstract Enthroned”, dove si sentono i riff migliori dell’album e alla conclusiva “Winter of Reason”, una specie di sunto di quello che sono gli At The Gates oggi. Per quanto si sia cercata qualche sperimentazione, questo ‘At the Nightmare of Being’ è un disco alquanto stanco e chiuso con semplice mestiere, piuttosto che vera ispirazione. Ce lo facciamo andar bene, ma è lecito aspettarsi di meglio.
Commenti