ANGRA: Omni
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20/02/2018Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando ‘Angels Cry’ fece breccia nei cuori degli impavidi metallari, in un momento di transizione, per non dire buio, per le sonorità hard & heavy. Da qui in poi il complesso carioca ha dimostrato un notevole spessore artistico, macinando album bellissimi contaminati da sonorità ‘alternative’, dal jazz alla musica etnica del proprio paese d’origine, che ne hanno ulteriormente arricchito il bagaglio musicale. Non scevri da alcuni cambi nella line-up, gli Angra hanno saputo garantire un ottimo esempio di ricerca e sviluppo del proprio stile, mantenendosi su ottimi se non addirittura elevati livelli, confermandosi dei leader assoluti. ‘Omni’ rappresenta la perfetta sintesi del metal moderno, sotto il profilo sonoro c’è lo zampino di Jens Bogren (Opeth, Symphony X, Leproux, Soilwork ed altri), che consente agli Angra di sconfinare in trame affini al thrash più tecnico, ma è negli arrangiamenti che emerge l’ampia varietà di colori: flamenco, jazz, percussioni, prog metal, etnico ed orchestrazioni cinematografiche. Grande mattatore Fabio Lione che si conferma straordinario in qualità di interprete, mutevole in ogni frangente, mentre Bettencourt gli porta via la scena solo in occasione della ballad sinfonifca "The Bottom Of My Soul". L’elaborata "Black Widow's Web" si pregia di ospitare due voci femminili, Sandy Leah Lima dal canto fatato ed il ruggito da leonessa di Alyssa White-Gluz (Arch Enemy), ma il meglio se lo sono tenuti in serbo per "Caveman": su una matrice prog metal affiora un muro etnico percussivo molto efficace ed affascinante, che rimanda al crossover dei Puja di ‘Fundamental’ ed ‘Union’ (due album da avere!). Fa strano a dirsi, ma Kiko Loureiro (di fatto ancora accreditato nel gruppo brasiliano, ma da qualche anno è membro effettivo dei Megadeth), fa capolino come special guest su "War Horns", una traccia che, a parte gli slanci vocali di Lione, è puntellata da una ritmica thrashy rabbiosa ed ipertecnica. Gli Angra hanno solcato un nuovo percorso, forse lasciandosi definitivamente alle spalle il power metal, contaminando e sviluppando il proprio stile in maniera creativa ed innovativa; se fosse questa la strada da perseguire sarebbe doveroso un ennesimo plauso.
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