ANGRA: ANGELS CRY
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21/06/2005Ho aspettato a lungo, prima di recensire il primo album degli Angra. Ho aspettato per assaporarlo a fondo, per carpirne ogni segreto, ogni emozione nascosta... non so se ci sono riuscito, ma posso tranquillamente affermare che "Angels Cry" è uno dei più bei lavori mai prodotti in ambito Power. Si comincia con l'orchestrale "Unfinished Allegro", composta dal singer Andrè Matos, preludio per quella che diverrà uno dei brani più amati di sempre, ovvero quella "Carry On" richiesta dal pubblico ad ogni concerto, power metal all'ennesima potenza che permette a Matos & soci di mettere in mostra l'immensa tecnica di cui sono dotati. La successiva "Time" è un brano più riflessivo, meno tirato, dolce e ammaliante per alcuni tratti, sfora nel progressive in altri momenti. Ma ecco la title-track, complessa e intrigante, con inserti di musica classica e continui cambi di tempo. "Stand Away" è un altro pezzo malinconico, forse il più "epico" del disco. Si torna poi al power più classico con la bella "Never Understand", ed ecco spuntare una cover: "Wuthering Heights" di Kate Bush, suonata (e cantata) magistralmente dai cinque brasiliani, tanto da farmela preferire all'originale. L'unico brano "debole" del disco è la successiva "Streets Of Tomorrow", che non riesce a mantenersi sui livelli del resto del lavoro. Ma "Evil Warning", con la sua energia e il grande lavoro dei due chitarristi, calamita l'attenzione, per poi lasciare spazio alla meravigliosa (e malinconica) ballad finale, "Lasting Child". Un album assolutamente eccezionale, geniale e intriso di grandi melodie.
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