ANATHEMA: THE SILENT ENIGMA
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25/02/2005Inizio questa discussione parlando di un vero e proprio disastro, un fatto di estrema gravità in casa Anathema: la fuoriuscita dai ranghi del cantante Darren White! Oddio... Non si sa bene se di sua spontanea volontà o sotto pressione del gruppo, fatto sta che un pezzo importantissimo della storia degli Anathema, (e anche del Doom anni '90 se vogliamo), ora non c'è più. L'album che si sarebbe dovuto chiamare 'Rise Pantheon Dreams', per volere dello stesso White, ribattezzato poi 'The Silent Enigma' dopo la sua dipartita, mostra tutti i segni di un album di frontiera. Innanzitutto, alla voce ora troviamo il più piccolo dei fratelli Cavanagh, Vincent. Questo album segna lo spartiacque tra la prima produzione del gruppo (aggressiva, e bene o male incentrata sul dualismo Death/Doom, e con il singer Darren White alla voce) e la seconda (melodico/atmosferica che ruota attorno al termine gothic, in tutte le sue sfaccettature, e con Vincent Cavanagh alla voce). Impressione a freddo: dall'ascolto della prima traccia "Restless Oblivion" si sente subito un gruppo più improntato alle atmosfere (leggasi: uso maggiore di tastiere) e meno caotico che in passato. Dando uno sguardo alla voce, Vincent non se la cava poi così male come avrei pensato: nelle parti lamentose, in pratica sembra essere più o meno uguale a Darren White sull'album 'Pentecost III', mentre sulle parti più aggressive, la differenza si sente eccome! A parte questo la canzone è dinamica, di facile ascolto e dalle belle atomsfere. Infatti fin qui non sembra esserci nessun problema di fondo, il fatto è che già dalla canzone successiva, ovvero "Shroud Of Frost" un deciso e incessante torpore sembra calare nella testa del povero ascoltatore (me compreso). Lunghissimi giri di arpeggi e tastiera conditi con i piagnistei di Vincent non sono proprio il massimo per uno dei miei gruppi preferiti di sempre! Ho letto anche che la maggior parte delle canzoni siano state scritte poche ore prima di entrare in studio... se sia vero o no non lo saprò mai, ma ho una certa propensione a non reputare questa diceria troppo menzognera (anzi, vista la dipartita di White e i relativi problemi di assestamento di line-up, è facile credere che gli Anathema si siano ritrovati a pochi giorni dalle registrazioni, con solamente mezzo album pronto). Non penso che sia possibile riuscire ad ascoltare questo album dall'inizio alla fine senza soste, perché è assolutamente privo di spunti di un certo dinamismo, cupo e grigio com'è nelle sue tristi melodie (un altro monolite in questo senso è 'The Angel And The Dark River' dei My Dying Bride, uscito nello stesso anno poi...). Produzione, artwork sopra le righe, come sempre (gli Anathema sono sempre gli Anathema), ma questa volta boccio la qualità delle canzoni, troppo incentrate sulla poesia romantico/decadente (eccessivamente decadente) per ricordare i requisiti base di una canzone... Con ciò non voglio gridare allo scandalo, ma sicuramente quello che poteva divenire il capolavoro degli Anathema, è stato rovinato da scelte sbagliate, oltre all'abbandono di una colonna portante come poteva essere Darren White...
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