AHAB: THE CALL OF THE WRETCHED SEA
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22/11/2007Interessante questo gruppo tedesco! Rielaborando il classico di H. Melville 'Moby Dick' (sulla falsariga degli inglesi Mastodon, in altro ambito musicale) sotto un'ottica cupa e appunto "funerea", 'The Call Of The Wretched Sea', album di debutto degli Ahab, altro non è che un vortice abissale di morte e disperazione, nel quale vengono risucchiati oltre al capitano Achab, Ishmael, Moby Dick e il Pequod, anche l'incauto ascoltatore. Sin dall'intro dell'iniziale "Below The Sun" appare chiara la volontà di generare un senso di claustrofobia, quasi come nell'essere dispersi in mezzo all'oceano, in balia del proprio destino. Lo stile musicale adottato dai nostri è sicuramente un doom estremo nello stile degli anni '90, lentissimo e monolitico, con ultra growls (ad opera dell'ottimo Daniel Droste) e rare accelerazioni. Le melodie contenute sono molto evocative e in un certo senso incorporee, e tutto ciò genera un contrasto molto interessante con la pesantezza generale del sound. Le tematiche ed i testi ovviamente si basano sulle avventure del capitano Achab e del Pequod nella caccia a Moby Dick come spiegato in apertura e un'ottima produzione fanno da ottimo accompagnamento ad un album che contribuisce a portare una decisa ventata di aria fresca in un genere per sua stessa natura monolitico e poco incline a innovazioni come il doom più funereo e catacombale.
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