IN GRIEF: DESERTED SOUL
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22/07/2009Debutto per un'altra band destinata al Paradiso. Almeno per quanto riguarda le tematiche. I norvegesi In Grief sono l'ennesima band del roster Bombworks, label emblema del white metal. E dalla stessa patria di Burzum, Darkthrone, Emperor, Mayhem, Satyricon e via dicendo, questi giovani metallers propongono un sound 'estremo' che in realtà non sà nè di carne nè di pesce. Eh si, perchè un intruglio informe di Death melodico moderno con qualche leggera spruzzata di Black sinfonico in salsa progressive non può far altro che generare sbadigli e far sorridere per ingenuità. Si sente qualche influenza Scar Simmetry nei sei, prolissi, brani di 'Desterd Soul', ma qualitativamente parlando gli svedesi stanno almeno una spanna sopra. Quello che propongono i loro cugini norvegesi è un prog appena più estremo del solito, con una scelta sonora quantomeno discutibile non per qualità, ma per scarsa incisività. Cioè, la produzione è ok ma l'equalizzazione di chitarre e basso è più vicina al rock melodico che al metal, e potete immaginare l'effetto ottenuto dall'accostamento di tastieroni maestosi e chitarre che pescano dai vari Dream Theater con una simile equalizzazione, senza contare poi le rare, sporadiche, fuoriuscite estreme che mettono in luce l'opinabile perizia in materia della band. Purtroppo non è che non sappiano suonare, anzi, ma è proprio il risultato che non funziona. Melodie strabordanti, poca incisività, momenti che vorrebbero essere atmosferici ma si rivelano pacchiani, tutt'al più. Altra grande pecca, le voci. Il growl è privo di mordente e personalità mentre gli inevitabili refrain clean sembrano piuttosto l'invito alla preghiera al megafono in una processionaria, e la cosa ci potrebbe anche stare, in un certo senso, ma sta di fatto che affossa il sound. Inaspettatamente interessante la lunga traccia conclusiva, "Weak", che nonostante mantenga tutti gli stilemi elencati si lascia ascoltare senza problemi. Purtroppo 'Deserted Soul' è un disco che pecca di personalità, quindi mi permetterei di suggerire alla band di farsi qualche serata in più nei club dove si suona metal underground (così numerosi dalle loro parti) e meno in oratorio, dal momento che capacità tecniche e produzione ci sono.
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