WITCHCRAFT: THE ALCHEMIST
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28/10/2007Tutti i fans dei suoni più oscuri e inquietanti e gli amanti delle sonorità vintage possono dormire sonni tranquilli: sono tornati i Witchcraft con il loro dark rock dalla Svezia: una band che non conosce la parola “overdrive” e che ha fatto del single coil un oggetto di culto. Come avrete senz’altro capito, le sonorità dei Witchcraft sono quanto di più vicino ai Black Sabbath vi possa ultimamente capitare di sentire: amanti delle sonorità oscure che hanno caratterizzato tanto rock degli anni ’70, cercano ora di replicarle in chiave moderna. Il risultato è una musica che suona vecchia e nuova al tempo stesso, che si ispira tantissimo dagli anni ’70 pur senza copiare nulla, che permette all’ascoltatore di fare un salto nel passato di oltre trent’anni lasciandolo comodamente seduto in poltrona. Già, perché la potenza evocativa della musica dei Witchcraft è la cosa che più stupisce: nonostante non si tratti propriamente di sonorità adatte a tutti (più ai nostri genitori che alla nostra generazione, per intenderci), sfido chiunque a non restare coinvolto da questo ‘The Alchemist’, che segna il ritorno della band sulle scene dopo gli eccellenti 'Witchcraft' (2004) e 'Firewood (2005). Parlare delle singole canzoni sarebbe inutile, non essendoci una singola traccia che spicca sulle altre, ma piuttosto sette grandi canzoni che vanno a comporre l’album: anche se forse resta particolarmente impressa la lunghissima e bellissima titletrack (divisa in tre parti, per quasi un quarto d’ora totale), posta a chiusura dell’album. Un disco davvero bello, un vero e proprio tuffo nel passato che, di questi tempi, non possiamo fare altro che apprezzare; consigliatissimo a tutti gli amanti dei Black Sabbath e del dark sound in generale.
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