CRONE: Godspeed
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26/06/2018Concept album d’esordio per i tedeschi Crone, ispirati dal verificarsi di eventi misteriosi e tragedie realmente accadute. I primi ascolti rivelano una certa assonanza con i Mars Volta e Santana, prestate orecchio agli assoli di chitarra di “Ptilonist” (potenziale hit come fù "The Widow" dei Mars Volta), la storia di un francese che si lanciò dalla Torre Eiffel con un paracadute di sua creazione e si schiantò al suolo perché non aveva preso le dovute precauzioni in caso di malfunzionamento. Vige spesso un aurea di malinconia/abbandono/rassegnazione nelle melodie dei tedeschi, “The Perfect Army” dipinge la fine di una famiglia di rifugiati Siriani che nel tentativo di raggiungere l’Europa trovano la morte: la foto del figlio rinvenuto morto sulle spiagge di Bodrum (Turchia) ha fatto il giro del mondo. “Leviathan’s Lifework” ha quel mood darkeggiante che si districa tra rintocchi tetri di piano e un riffing alla Fields Of The Nephilim, mentre decanta la scomparsa di un tizio che accidentalmente fa esplodere la bomba che stava costruendo. In definitiva trattasi di un album di glam rock darkeggiante che si dipana attraverso ballate malinconiche e strappalacrime come “Mother Crone” e “Demmin” che tendono a deflagrare nel finale.
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