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END OF GREEN : Void Estate

data

02/10/2017
75


Genere: Dark Rock
Etichetta: Napalm Records
Distro:
Anno: 2017

25 anni di carriera e nove dischi all’attivo. Non si può dire che i tedeschi siano particolarmente prolifici, ma al contempo sono regolari nelle uscite, una ogni due anni e mezzo; probabilmente più di qualche lettore non li avrà mai sentiti nominare perché ciò che va per la maggiore in Germania non sempre trova spazio nei gusti nostrani. I nostri si autodefiniscono depressed subcore, una definizione che non porta da nessuna parte, anzi confonde ancora più le acque di ciò che in realtà sarebbe, ovvero un gothic doom/rock di gran classe con qualche soluzione catchy, del quale hanno smussato le asperità giovanili di dischi quali ‘Last Night On Earth’; qualche traccia inutile e melensa come “Send In The Clowns” e "Crossroads", per la quale una spiegazione c’è: devono pur guadagnare qualche spiccio per poter campare. Lavoro molto lineare che colpisce per la semplicità delle soluzioni e per una produzione che spicca per cristallininità e potenza; il punto dolente delle undici ballad sono le due tracce di cui sopra,  mentre “City Of Broken Thoughts” e “Dressed In Black Again” barcollano sul filo tra l’ispirazione e la spudoratezza di coretti troppo sdolcinati e prevedibili che non possiedono quel velo di malinconia e di senso di perdita che troviamo in tutto il resto del disco. Si intravedono i 69 Eyes in “The Unseen”, e “Mollodrome”, i Sisters Of Mercy post scissione più ruffiani in "Darkside Of The Sun", ma anche alcune melodie tipiche dei The Mission, mentre “Head Down” ci ricorda i Crash Test Dummies. Su tutto il lavoro lavoro risaltano delle semplici ed accattivanti linee melodiche, belle e darkeggianti e gravi - “Worn and Torn”, "Like A Stranger" e “Mollodrome”. Di quest’ultima ci preme rimarcare il testo, uno spaccato di vita che potrebbe capitare a chiunque, reso con la lucida freddezza di chi ha preso una tramvata tra capo e collo in un giorno in cui si è solitamente più rilassati: la domenica:

Sunday morning
A phone call stop my breath
Dead silence
Can’t believe he is dead
Without warning
The pressure of my chest
I can’t take it
All those memories in my head
He is on his way
See the dead memorize
He is on the way
Back home in the sky
All that we love we will them behind
Back In The day
Keep the memories alive.

 

Un lavoro che concilia ispirazione ed un occhio alla classifica, come si suol dire: un colpo al cerchio ed uno alla botte. Il grigiore che ammanta una giornata di pioggia e colonna sonora personale dell’estate appena trascorsa.

 

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