DEAD ENDS: Petrichor
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21/01/2014Nuove generazioni “core” crescono. I Dead Ends sono infatti da annoverarsi in questa categoria di band, solite a seguire la scia proveniente dalla Gran Bretagna e se non altro abili a livello strumentale. Il loro è sicuramente il tipico caso perfetto, giovani musicisti attenti alle nuove tendenze musicali e pronti a dare il meglio di sé in uno scenario ormai rodato come quello metalcore/post hardcore. Il primo sigillo discografico prende il nome di 'Petrichor', ed è una sorta di mix tra le diverse contaminazioni sonore introdotte al genere dai Bring Me The Horizon e la perizia tecnica degli Architects, un lavoro onesto insomma. Certo, il numero di brani qui contenuti è quasi un’offesa a chi è solito acquistare musica (quattro pezzi sono davvero poca cosa), ma se l’intento era quello di dare all’ascoltatore un’idea sulle potenzialità del progetto direi che ci siamo. Un cantato convincente sia nel pulito che nello screamo apre la strada ai compagni di viaggio, due chitarristi probabilmente ammaliati dalle produzioni post/prog di Sumerian abili nello sfornare riff e assoli di buona fattura e una sezione ritmica che riesce nel compito di non far risultare piatto il tutto. A questo aggiungiamoci un buon singolo come "Break The Silence" e il gioco sembra essere fatto. Il coraggio forse è il solo latitante all’interno di questo Ep, ma è anche vero che trattandosi di un debutto è lecito attendersi un buon compitino e non qualcosa di estremamente eccelso. Buona l’attenzione prestata sui suoni, così come la produzione in ogni sua parte.
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