WILL'O'WISP: Kosmo
data
08/03/2012Teniamo conto di questo lavoro come una rinascita (dovuta grazie a Fabrizio Colussi ex-bassista e co-fondatore del gruppo), come un bagno purificatore che non cancella il passato, anzi, lo rivaluta tenendo presente i suoi momenti più piacevoli, immergendoli poi nel contesto più recente dove le idee si contestualizzano nella grinta che ha la formazione totalmente rinnovata, fautrice di una prova semplicemente folle, piena di grinta e positività. 'Kosmo' si basa sul Bardo Thodol (e ciò è sottolineato anche dalla strumentale), i suoi testi sono figli di un'opera di sincretismo fatto in modo meticoloso e mai superficiale. La titletrack, situata nel mezzo, fa da colonna portante con le liriche ideate da Paolo, con la presenza minacciosa del didgeridoo, delle tastiere e di un assolo da paura a metà brano. Quello che sconvolge di questo lavoro è che nonostante ci si trovi dinanzi un disco molto intransigente e ostico, all'ascolto si fa subito piacere e non poco. A farla da padrone non è nessuna traccia, neanche uno o l'altro membro della band. 'Kosmo' è testimone di un ottimo lavoro di squadra dove l'eclettico Oinos tira fuori disegni complessi, ma che esaltano sin da subito. I primi minuti ne sono una chiara prova, soprattutto per quanto riguarda "Six Forms Of Esistence" e "Persecutions". Tanto progressive, tanta violenza gratuita, ma anche sperimentazione che valica i limiti. "Om Mani Pad Me Um" è costruita su un tappeto tutto in crescendo, dove il brano assume una forma molto intrigante che ricorda le cavalcate epiche di quel gioiello di 'Symbolic'. A volte si rischia col peso sulle spalle di strumentali inusuali, e ritagli di spiritualità dove un'incantevole voce femminile lascia il segno sul finale. Forti le influenze di Voivod, i Death di 'Human', Slayer e Cynic. 'Kosmo' è un'enorme scheggia impazzita, ma sa anche mettere in mostra il suo lato quasi intimista, e sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire questo incredibile disco.
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