WILD STEEL: WILD STEEL
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16/04/2007Primo disco solita per Wild Steel, singer degli Shadows Of Steel che dopo le passate esperienze con i progetti Athlantis e Soulblaze si ritaglia un po’ di spazio per un album frutto solo della sua penna. Accompagnato da Pier Gonnella (Labyrinth, Necrodeath, Odyssea) alla chitarra e da Frank Andiver (Shadows of Steel, Wonderland, Oracle Sun) alla batteria Wild Steel crea il suo album omonimo improntato sulle sonorità classiche del Power Metal italiano di casa Labyrinth, Skylark e Rhapsody Of Fire con un orecchio di riguardo per l’accuratezza dei refrain, tutti sopra le righe, e per le melodie. Quasi tre quarti d’ora di musica di qualità e non del solito scontato Power all’italiana che ci consentono di godere a pieno della buona produzione, firmata New Sin Studio, e della prestazione di Wild Steel, abile e teatrale singer fanatico di Midnight (Crimson Glory) le cui tonalità di voce ricordano vagamente quelle del buon Fabio Lione. Otto brani dal sound diretto ed avvincente che trova la sua massima espressione in brani up-tempo come “Nowhere To Run” e “Lord Of The Sky” in un lotto di egual valore che propone anche la ballata “Echoes Of The Past” e alcuni brani dall’appeal più moderno, influenzate probabilmente da Frank Andiver e dai suoi Wonderland, come “Another Dream” e la cadenzata “Don’t Leave Your Friends”. Un piacevole full-lenght di brani tutti da cantare che fanno di quest’album una delle migliori uscite di quest’anno di casa Underground Symphony. Un prodotto indicato persino agli appassionati del Power Metal di casa nostra più diffidenti verso un titolo che potrebbe sembrare come tanti altri ma che dieci anni fa avrebbe fatto gridare al miracolo. Per un ritrovato Wild Steel una "nuova realtà" con la quale può tornare a proporsi ad elevati livelli nel mercato italiano. Sorpresa.
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