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ANCIENT BARDS: The alliance of the kings

data

21/03/2010
64


Genere: Hollywood metal
Etichetta: Limb Music
Distro:
Anno: 2010

Un imbarazzante spreco di aggettivi (l’etichetta definisce la loro musica come Symphonic Epic Power Metal) al posto di un più onesto Hollywood metal ci introduce alla musica dei bardi romagnoli. I punti in comune con la più nota band di Turilli-Staropoli sono veramente tanti, troppi e tutti concentrati nel loro album d’esordio, per non sfuggire alla definizione di clone-band dei Rhapsody Of Fire: musica, ritmiche e tecnica negli assoli (lotte tra tastiere e chitarre comprese), cori, tematiche fantasy, concept-album da inizio saga, canzone in lingua italiana (come "Lamento Eroico" comanda) ed inserti nella nostra lingua in altre tracks, perfino la stessa etichetta discografica che lanciò sul mercato discografico internazionale il combo guidato dall’ugola di Lione. Insomma, nel parlare di questo 'The Alliance Of The Kings' si fa prima a far la conta degli elementi di differenza con la discografia dei Rhapsody Of Fire che di quelli in comune. La prima diversità è data dall’uso di una cantante al posto di una voce maschile: Sara Squadrani ha un'ugola potente ma il suo stile di canto risulta alquanto anonimo, poco personale e più assimilabile a quello di una corista che di una lead singer. Differente è anche il ruolo giocato da Martino Garattoni, bassista sicuramente molto più valorizzato negli Ancient Bards che nei Rhapsody Of Fire. La produzione è magniloquente, i cori affidati tra l’altro all’Epic Choir Toto Corde sono avvolgenti (pur non uguagliando il lavoro svolto dai coristi nell’esordio rhapsodyano), e tutte le tracce si sanno far ascoltare anche grazie ad un prevalere delle orchestrazioni sulla chitarra quasi speculare a quello proposto dai connazionali Turilli-Staropoli. La via che mi sento di suggerire agli Antichi Bardi è quella della differenziazione poiché percorrere un sentiero già troppo battuto dagli stessi Rhapsody Of Fire (che da tempo non sorprendono più) li farà sprofondare nell’anonimato relegandoli alla fine al ruolo di cover band o peggio di clone-band of fire. La tecnica c’è, il talento e la voglia di investirlo in un progetto anche, ora bisogna far lavorare meglio la fantasia e cercare l’ispirazione musicale anche altrove.

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