INTERFERENZE: V1.1 - V1.2
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20/03/2010All'esordio ed alle prese con un industrial di matrice smaccatamente zombiana, gli Interferenze sono un gruppo toscano, un duo a dire il vero, che vomita addosso all'ascoltatore oceani di synth, elettronica e drum machine. Il sound è più elettronico che meccanico, meno robusto e più morbido, meno freddo e spigoloso e più melodico di quanto si possa pensare parlando di industrial, ma il risultato finale non cambia: disturbanti, violenti, martellanti, e con una "originale" concezione pop del genere. Brani come "Indelebile", ed in particolare come "Fuori Tempo" godono di una vena commerciale non del tutto velata, e sono sicuro non faticherebbero ad imporsi tra gli ascolti abituali di chi apprezza anche gente come i Subsonica. Non che il disco faccia loro eco, sia chiaro. E' il sostrato melodico, supportato dal cantato in italiano, che rende in parte giustificato l'accostamento. Gli Interferenze, però, giocano più di una carta. Il loro sound sa essere nervoso, sinto-techno a là Hocico, mostrano nell'immediato personalità e talento, le liriche trascendono per fortuna dal banale e dalle iperboli gratuite, e mettono in bella vista la loro passione per il rock classico più che per l'universo goth-dark-industrial: la cover di "Immigrant Song" dei Led Zeppelin, posta nel secondo cd - v1.2 - assieme ad altre 5 tracce già presenti in v.1.1, ma cantate in inglese, non è certo una scelta casuale. Qualche volta il lavoro scade nella prolissità, il suo dinamismo rischia di girare intorno a sé stesso in un paio di brani, ma nel complesso è un ottimo inizio che lascia intravedere margini di miglioramento. Segno che i nostri, curando ancora di più gli arrangiamenti, e trovando un percorso sonoro ancora più personale da percorrere, si faranno sicuramente sentire presto con un prodotto ancora più coinvolgente ed intrigante. Nel mentre, bruciatevi qualche neurone con quest'opera dal fascino conturbante.
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