WHILE SUN ENDS: THE EMPTINESS BEYOND
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19/03/2012Disco di esordio per i bergamaschi While Sun Ends, band dal sound eclettico e difficilmente catalogabile che si presenta con un disco frutto di una totale autoproduzione, circostanza resa evidente dalla discutibile qualità del suono e della registrazione, vero e proprio freno a mano tirato nella macchina di 'The Emptiness Beyond'. Con l'opener "Last Moments" troviamo già una serie di influenze che vanno dal death metal al gothic che richiamano alla mente i Novembre con tutti i rallentamenti e i mid tempo, che si aprono a riff ariosi e melodici sottolineati dalla voce di Serena Caracchi, dolce e melodica al punto giusto, ma pronta ad esplodere in tutta la sua rabbia al momento giusto. Se non fosse per la durata eccessiva sarebbe anche gradevole. Decisamente meno accessibile la successiva "The Stage", con i suoi tempi bizzarri e le strane armonie tra voce e strumenti, mentre con "Teminiscence" scopriamo il lato post-rock della band, con riff riverberati e influenze a là Mogwai. Inaspettato, non c'è che dire, ma anche piuttosto monotono. Non male "Cuncubine", pezzo arioso e atmosferico rovinato dai pessimi suoni, ma gli scleri musicali di "Sarvar" salvano la situazione con la riuscita combinazione di atmosfere post-rock e prog-death. Insomma, non è male come idea, però il minutaggio eccessivo di alcuni brani e la piattezza di certo soluzioni creano dei punti morti che rendono ostico l'ascolto, nonostante le buone idee che però andrebbero sviluppate meglio, con maggiori sfumature. Ma soprattutto: registrazione quantomeno decente la prossima volta, su questo non si transige.
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