W.E.T.: Retransmission
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25/01/2021E' innegabile che la Frontiers Records abbia iniziato il nuovo anno in uno stato di grazia assoluta. La pubblicazione dei nuovi lavori di Labyrinth, del sequel dei Creye, dei redivivi Wig Wam sono tutti lavori di altissima qualità, a cui non farà certo eccezione nemmeno il supergruppo dei W.E.T. giunti alla loro quarta presenza discografica. Ancora una volta il trio Sall, Martensson, Soto sono riusciti ad elaborare un prodotto dal trade mark immediatamente riconoscibile, un sound ricco di freschezza in cui hanno contribuito ancora una volta in maniera preziosa Magnus Henriksson, Andreas Passmark e Robban Bäck, troppo banale ridurli al ruolo di session men. Come sappiamo, la caratteristica della band è quella di saper proporre brani molto diretti, penetranti nella mente dell'ascoltatore come una lama nel burro per poi consolidarsi, brani irrestistibili in cui viene fuori tutto il lato melodico ("Big Boys Don't Cry"), il carico adrenalinico ("The Moment Of Truth"), "The Call Of The Wild" che ricorda gli indimenticabili Talisman, l'anthem "How Far To Babylon" dai cori semplicemente stupendi. Non poteva comunque mancare la sfaccettatura più dolce: "Got To Be About Love" in pieno stile Aor americano comunque frizzante e la super ballad "What Are You Waiting For, semplice ma tutt'altro che scontata. Il finale è un tutto un concentrato di grinta ed energia, un caleidoscopio di emozioni a partire da "You Better Believe It" dal flavour tipicamente scandinavo, "How Do I Know" con quel conturbante riff assassino che va a sfociare in un chorus ultramelodico mentre "One Final Kiss" è un brano dalla strofa in pieno class metal, il refrain aggraziato dalle tastiere è di quelli da infarto. Dobbiamo dirlo, stavolta i W.E.T. si sono davvero superati. Qui funziona tremendamente tutto: qualità compositiva eccelsa, produzione cristallina e chirurgica, una voce sublime, chitarre d'assalto ma dall'inimitabile gusto melodico, poi ci pensa il talento di Erik espresso a livelli supremi a completare l'opera che mette la prima pietra su un 2021 iniziato in maniera memorabile.
Jeff Young
05/02/2021, 09:17
Boh, forse sei giovane e non sei a conoscenza dei 100.000 dischi migliori di questo che sono usciti, fatto sta che dare 91 a un disco del genere è semplicemente fuorviante, e fa sorridere chi un minimo se ne intende di questo genere...il solito dischetto di maniera scorrevole che raggiunge a stento un 7, con suoni di plastica, e che non riesce mai a superare il debutto che era da 7.5/8... Dai su, cerchiamo di essere obiettivi coi voti ragazzi, se no fare recensioni da fan non ha alcun senso...