VOIVOD: INFINI
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17/06/2009Non c'è molto da dire in termine di sostanza su questo nuovo disco dei Voivod, se non che si tratta di un insieme di vecchie registrazioni che vedono presente ancora il defunto e compianto Piggy. "Infini" pecca in un fattore fondamentale: la qualità. Ci si trova di tutto, il sound riconoscibilisssimo, idee sparse, diversi brani dalle enormi potenzialità, ma tutto è solo accennato e mai approfondito abbastanza. Il disco risente chiaramente di una mancanza di fluidità, di quell'amalgama che li ha resi leggenda, di quel pugno di brani che esaltano e trascinano l'intero disco come già accaduto nel precedente "Kataroz". Più di una volta suona stanco, prolisso. Quasi si trascina fino alla fine delle composizioni tanto da renderne alcune addirittura semplici filler. Mi riferisco a tracce come "Krap Radio" e "Pyramidome", giusto per fare un esempio diretto, davvero senza mordente ed inconcludenti. Certo, c'è del buono. A partire dalla magnetica opener "God Phones", da incorniciare già solo per il titolo, o come la radioattiva "Global Warning". Qualche altro brano risulta degno del nome che lo propone, ma è davvero molto poco. Vuoi per le aspettative che un disco dei canadesi sempre genera, vuoi per il senso d'incompiuto che si respira lungo quasi l'intero disco, vuoi per la capacità di stare artisticamente in piedi a fatica dopo la scomparsa di Piggy, sta di fatto che "Infini" non verrà certo ricordato come uno dei migliori dischi della band. Anzi, forse come quello meno ispirato. Fa un certo effetto sostenerlo, ma se davvero questo disco va a chiudere la loro carriera, dignità a parte, non rappresenta sicuro il modo migliore per farlo. Inoltre, artwork di copertina abbastanza scarno che ben rappresenta il contenuto. Comunque, i Voivod restano e saranno sempre una delle più grandi ed originali band della storia al di là di questo mezzo passo falso.
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