VIRGIN STEELE: NOBLE SAVAGE
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02/04/2005Tra i metallers americani dediti alla gloriosa commistione di heavy metal e tematiche leggendarie meglio nota come Epic Metal, i Virgin Steele sono stati senza dubbio l'act più vicino a certo modo di concepire il metal caro agli europei, ricco di melodia e rimandi a un hard rock sempre presente, e nonostante ciò capace di creare immagini epiche a tutto campo grazie a sognanti intermezzi melodici e possenti ritmiche battagliere. E' proprio con "Noble Savage" che i Virgin Steele firmano la loro personale Dichiarazione d'Indipendenza, allontanandosi dalle influenze rainbowiane ben presenti nel precedente "Guardians of the Flame" e proiettandosi verso un radioso futuro in bilico tra filosofia, mitologia e metallo rovente. Qui l'artista David DeFeis, metallaro, aedo e guerriero, mette in musica tutta una serie di irripetibili sensazioni che costituiscono un ottimo antipasto di quello che sarebbero stati i Virgin Steele di lì a poco, ovvero l'anima più colta, riflessiva e battagliera di un heavy metal epico e pulsante che nel suo connubio con la musica classica trova la definitiva consacrazione. Di dischi come "Noble Savage" ne sono usciti davvero pochi: forse nessuno ha saputo più spaziare dall'heavy metal più chitarroso e belligerante all'hard rock più scanzonato, esplorando momenti intimisti regalati e lirismi classici degni di una vera e propria rock opera, come i Virgin Steele in questo monumentale lavoro. La musica è qui aiutata dalla perfetta esecuzione di un David DeFeis in evidente stato di grazia, capace di trasformarsi da sirena a centauro nel giro di pochi secondi, e di un esordiente Ed Pursino, il cui inarrivabile gusto melodico si rivela perfetto per l'affascinante concept strumentale del disco. Immaginate un epic metal molto melodico, à la Warlord, in perpetua metamorfosi, a tratti vicino alla parossistica emozionalità dei Manowar, a tratti criptico ed ancestrale, a tratti graziosamente classicheggiante in omaggio ai maestri Rainbow, ma sempre e comunque in grado di far partecipe l'ascoltatore di emozioni intensissime, romantiche e barbariche per citare "The Lion". Dall'immortale anthem che apre il disco, quella "We Rule The Night" che non può fare a meno di impressionarsi nella memoria fin dal primo ascolto, fino all'epica suite biblica "Angel Of Light", tutto il disco è un continuo sussulto tra i più disparati angoli del cuore. Non è semplice resistere ai sogni iniettatici in vena dalle lyrics cariche di speranza di un brano magico come "Thy Kingdom Come", e neanche non farsi travolgere dalla furia dell'inno alla Potenza chiamato "Fight Tooth And Nail". Impossibile resistere alla magia di un brano come "Don't Close Your Eyes", praticamente un invito a nozze per le lacrime più felici che possiate piangere, così come è pericolosissimo perdersi sulle alate note di "Noble Savage", magnifica composizione che alterna riff aspri a solari break, con un epico chorus che prelude a una chiusura in grado di sciogliere qualsiasi reticenza sentimentale, grazie alla prestazione inconcepibile di un DeFeis in assoluto stato di grazia. "Noble Savage" è un disco che fa del Bello (non quel mero estetismo strumentale tanto ricercato da bands che neanche nomino, ma quell'ideale di perfezione perseguito dalla filosofia, sin dagli antichi Greci) una vera e propria ragione di esistere, coniugandolo ad un piacere dell'intenso e del furioso tipicamente metallico e creando una sorta di antico mostro, un'anima di pura potenza imbrigliata nelle forme di una grazia perfetta ed immortale. In poche parole, un capolavoro.
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