VEXED: NIGHTMARE HOLOCAUST
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10/06/2004Ascoltare i Vexed è come fare un salto indietro nel tempo, e precipitare proprio nel pieno del movimento thrash metal degli anni ottanta. La scena di riferimento, più che quella a stelle e strisce, sembra essere quella teutonica dominata da Sodom, Kreator e Destruction. Il secondo album dei cinque lombardi si apre con un’intro colma di suoni di guerra e lontani echi di distruzione, che presto lasciano il posto alla prima canzone vera e propria, la title track “Nightmare Holocaust” capace di mettere subito in evidenza tutto l’impeto della band capace di sfornare per una mezzora abbondante una prova autorevole. Gli altri brani si susseguono senza cali di tensione (ma anche senza picchi strappa applausi), alternando momenti tirati a momenti ancor più tirati (!) e ciò è un efficace indice dell’indole indemoniata dei Vexed, che adorano premere sempre e comunque al massimo sull’acceleratore. Tra gli episodi più riusciti citiamo la fulminante “Collection Blood” una scheggia impazzita di poco più di due minuti, la Slayeriana (almeno nell’intro) “Death Justice” e la cover dei Sodom (principali ispiratori) “Blasphemer”. Risulta abbastanza noiosa e fuori luogo la quasi totalmente strumentale “Warcorpsemachine”, più di cinque minuti di nauseante atmosfera postatomica messa in musica, che se non altro fa riposare le orecchie dell'ascoltatore, abbondantemente violentate nei brani precedenti. La produzione è grezza quanto basta, come si conviene ad una band sanguigna come i Vexed, che non fa certo dei barocchismi il proprio marchio di fabbrica, ma secondo me pecca un po’ in incisività soprattutto per quanto riguarda le parti di batteria, dove l’impatto furioso del gruppo viene ridimensionato dalla piattezza del suono. Concludendo, direi che i Vexed, pur non inventando nulla di nuovo (e la band non ha certo l’intenzione di rivoluzionare il thrash) sanno farsi valere, grazie a discrete capacità compositive e ad un’attitudine aggressiva senza limiti.
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