TOKEN: PUNCH
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27/07/2004Secondo appuntamento discografico per i Token, che dopo l'esordio denominato "Tomorrowland", edito anch'esso per la teutonica MTM, ritornano sul mercato con il nuovo cd "Punch". La prima cosa che risulta evidente a tutti coloro che già si erano avvicinati al disco di debutto, è l'avvicendamento dietro ai microfoni tra l'ex singer HB Anderson ed il nuovo frontman Mattias Ahlén, cambio che non ha portato comunque un grande cambiamento stilistico relativamente alle parti vocali. Il background musicale in cui inquadrare la musica dei Token è una specie di crocevia tra classico hard-rock europeo e metal melodico, anche se alcune tracce finiscono per fuorviare nettamente da tale definizione, andando ad esplorare parti maggiormente melodiche da una parte (la traccia "Sometimes" ne è il classico esempio), e sonorità assolutamente più moderne (quasi in stile Evanescence) dall'altra. Il risultato è cosi inquadrato in quattordici tracce di buona fattura qualitativa, che però sembrerebbero non essere state assortite nel migliore dei modi, fattore che sebbene da una parte potrebbe far apprezzare l'album in sè a differenti settori di pubblico, dall'altra rischia di non convincere appieno tutti coloro che ad un primo approccio vi si avvicinano, compresi i fans acquisiti grazie al precedente lavoro. La produzione, ad opera del chitarrista Johan Sjöberg, ci restituisce una buona registrazione di fondo che dona la necessaria visibilità a tutti gli strumenti, mixati a dovere in una compatta amalgama. Il songwriting non è sempre ispirato ai massimi livelli, ma nonostante ciò l'indice medio delle composizioni si fa apprezzare per alcune idee degne di merito. Una seconda uscita alquanto particolare per gli hard-rockers Token, i quali hanno preferito la strada della ricerca e dell'innovazione a quella della tipica riproposizione. L'intenzione è sicuramente meritevole, ma il risultato purtroppo non dà totalmente ragione alla scelta operata dal gruppo.
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