CHARUN: Stige
data
27/06/2016Cosa hanno in comune la Sardegna ed il Giappone, a parte il fatto di essere due isole? L'amore dei Charun (band sarda) per i Mono. Ne vien fuori un lavoro totalmente strumentale che combina atmosfere post rock, postcore, ambient, doom e sludgy; flirtano con i melodici passaggi alla Giardini Di Mirò, fino alle dirompenti maree create dai crescendo e diminuendo dei Mono in “De Tranquillitate Animi” e nella lunare “De Brevitate Vitae”; dai ruvidi passaggi stoner/doomcore di “Clinamen” ai paesaggi ambient e postcore alla Lento di “Divina Voluptas” e “Intermundiae”. Lavoro non facilmente assimilabile poichè diverse sono le sfaccettature e le chiavi di lettura che risaltano ad un orecchio attento; e come se non ci permettesse di avere un opinione definitiva perché sembra mutare ad ogni ascolto successivo. Opera notturna e ombrosa quanto capace di sfuriate tali da non permettere all’ascoltatore di abbassare la guardia e farsi prendere dalle braccia di morfeo. Una migliore produzione (bassi troppo preminenti), una minore indulgenza nelle parti arpeggiate/ambient prima dell'esplosione (gli spaccati che preferiamo - quando devastano sanno perfettamente come farlo) avrebbero permesso di guadagnare almeno un punto di valutazione in più, ma la strada intrapresa è quella giusta.
Commenti