HIGHLORD: Hic Sunt Leones
data
27/06/2016Davvero strana la storia degli Highlord, venti anni di vita in cui nessun membro originale della della formazione lo troviamo in quella corrente (l'ultimo ad essere fuoriuiscito è il chitarrista Stefano Droetto), ma ciò nonostante la band torinese è sempre stata capace di dare alla luce prodotti dalla qualità mediamente buona, sempre all'insegna di un power metal di impostazione classica dall'accento epico e ulterirormente abbellito dalle tastiere che disegnano deliziose traiettorie sinfoniche e progressive. L'ottavo lavoro, prodotto, registrato e masterizzato dal bassista Massimiliano Flak, autore anche della bella copertina si muove più o meno sulla falsariga del precedente 'The Warning After', molto ispirato e ricco di sfumature: particolare l'utilizzo del growl in "One World At A Time" e "Let There Be Fire" che non stride affatto con la timbrica cristallina dell'ottimo Andrea Marchisio, autore come sempre di una prestazione priva di sbavature. Riff potenti, ma anche piuttosto melodici, tra tradizione e modernità, e la presenza della doppia cassa senza mai eccedere si completano in maniera naturale e perfetta con linee melodiche assai accattivanti riuscendo a catturare l'ascoltatore in maniera pressochè costante. In un momento particolare della vita del combo quale la separazione con il leader storico Stefano gli Highlord riescono a confermare tutte le loro qualità tecniche e compositive con una prova di forza senza il minimo accenno di involuzione, forse non eccelsa a livello di produzione, ma rappresenta un messaggio chiarissimo rivolto alla scena metal italiana che a questo punto non può certo ingnorarli, inoltre il passaggio ad una label come la Massacre è un ulteriore indizio di crescita professionale per la band piemontese; a questo punto potrebbero per loro prospettarsi traguardi finora impensabili.
Commenti