THE HAUNTED: THE HAUNTED MADE ME DO IT
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22/06/2005“The Haunted Made Me Do It”, secondo lavoro per la band svedese, segna grossi cambiamenti in seno alla line-up. Il batterista Adrian è rimpiazzato dall’ottimo Per Jensen mentre alla voce viene a mancare il trademark di “The Haunted”, quel Peter Dolving che con le sue urla e i suoi testi aveva reso grande il debutto. In sua sostituzione arriva Marco Aro, anche lui con alle spalle una militanza nel mondo hardcore ma decisamente più impostato verso il death metal e il growl a livello di voce. Per adeguarsi all’ugola del bravo Aro la band è così costretta a modificare lievemente il registro stilistico, buttandosi a capofitto in un thrash molto americano e tralasciare per un po’ le parossistiche sfuriate hardcore. L’apertura affidata alla strumental “Dark Intentions” e alla doppietta di rilievo “Bury Your Dead” e “Trespass” fa segnare al disco fin da subito il proprio apice: due brani veloci, potenti, ricchi di belle armonie e assoli minimi ma perfettamente funzionali. E’ un peccato constatare che con il proseguire dell’ascolto la qualità intrinseca dei pezzi si abbassi vistosamente; “Hollow Ground” si salva per il bel ritornello di voce pulita, “Revelation” resta a galla per merito della furia cieca che la erge a monumento di violenza, mentre per il resto troviamo una manciata di composizioni molto valide e sopra la media che però non si adattano granchè alla qualità che ci era stata promessa all’inizio. Complice anche una produzione un po’ pastosa e con accordature troppo basse (sicuramente a causa di Aro), è chiaro come “The Haunted Made Me Do It” sia un buonissimo disco ma, alla luce di quanto fatto nel debutto, delude ampiamente le aspettative.
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