THE GATHERING: MANDYLION
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18/11/2005Siamo nel 1994 e il gruppo olandese The Gathering doveva affronatre qualche problema di line up. La band, che aveva pubblicato 2 album gothic/doom/death, si trovava a far fronte a vari litigi fra i due vocalist di allora (Niels Duffhues e Martine van Loon, con cui aveva pubblicato l'album 'Almost A Dance'), per questo motivo i fratelli Rutten (i fondatori del gruppo), esasperati, decisero di scaricarli per il bene di tutti. Ciò implicò la ricerca di un nuovo vocalist da inserire in vista dei nuovi lavori e il gruppo si orientò verso una voce maschile (cosa classica nel mondo gothic di allora): iniziarono varie audizioni ma non riuscirono a trovare qualcuno che li soddisfacesse. Viste le difficoltà, un amico della band propose a Rutten & co. di effettuare un provino ad una ragazza che, a sua detta, avrebbe fatto cambiare loro idea sul fatto di utilizzare una voce maschile. La proposta venne accettata e a sorpresa la ragazza passò la prova: il suo nome era Anneke van Giersbergen. Questa scelta si è poi rivelata fondamentale sia per la band che per il movimento gothic. Con questa nuova line up la band si dedica subito alla stesura di un nuovo album che prenderà il nome di Mandylion e vedrà la luce nel 1995. Il disco è considerato, quasi universalmente, quello che ha cambiato la storia del genere gothic: in primis perché allora nessuno aveva (e considerava) una voce femminile come frontman e perché siamo di fronte ad uno di quegli album che entrano nella storia per la sua bellezza. Nel complesso il lavoro si presenta con un atmosfera calda e, potremmo dire, notturna dove le sonorità di Rutten e compagni si alternano in maniera stupenda fra parti lente e parti ritmate e dove le tastiere e le chitarre sanno colpire al cuore l'ascoltatore. In queste note si muove come un angelo la voce di Anneke van Giersbergen trasmettendo brividi ed emozioni ad ogni parola e vocalizzo. Il disco si apre con 'Strange Machines', canzone melodica e molto heavy, che ha fatto anche da singolo apripista per il disco (raggiungendo ottime posizioni in diverse classifiche europee); segue 'Eleanor' che con la sua vena malinconica mette in primo piano Anneke e le sue capaictà vocali, risultando forse il pezzo migliore dell'album. 'In Motion #1' e 'Leaves' proseguono su questa stranda sino ad arrivare a 'Fear The Sea' che riprende sonorità più heavy sfoggiando un assolo molto valido. Arriviamo quindi alla title-track, brano dedicato ad un loro amico scomparso, che è assolutamente particolare: traccia quasi strumentale (solo qualche coro che si perde negli strumenti) con sonortà quasi folk dove percussioni e tastiere fanno da padrone incontrastate. Il disco ritorna a idee più "classiche" con 'Sand & Mercury' che con i suoi circa 10 minuti di lunghezza e pathos mescola sapientemente chitarre potenti, tastiere e batteria in maniera sublime. Il disco si chiude con 'In Motion #2' che riprende il discorso iniziato nella prima parte 'In Motion #1' e conclude in maniera perfetta i quasi 54 minuti totali del cd. Cosa dire in definitiva se non che questo è un album che ha fatto storia nel genere (quando ascoltiamo le band gothic odierne ricordiamoci che è da questo disco che è partito tutto) e che merita sicuramente di esserci nella discografia di qualunque amante del gothic? Si può aggiungere che, quantomeno, l'ascolto è consigliato anche a coloro che non fanno del genere il loro preferito, perché di dischi così se ne sentono veramante pochi. Nota a margine sul titolo dell'album: Mandylion è il termine con cui è anche conosciuta la "Picture of Edessa". Si tratta di un'immagine di Cristo dello stesso tipo della Sacra Sindone di Torino. Su di essa circolano molte leggende e miti e qualcuno di questi riconduce entrambe allo stesso manufatto, ma non ci sono prove certe né in un senso né nell'altro; le ultime notizie affidabili risalgono intorno al tempo delle crociate quando venne trafugata dai crociati stessi a Costantinopoli.
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