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CLAWED FOREHEAD: My Domain

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21/05/2016
58


Genere: Folk Rock
Etichetta: Metal Age Productions
Distro: Audioglobe
Anno: 2015

I Clawed Forehead sono una band proveniente dalla Repubblica Ceca dedita al folk rock di chiaro stampo celtico e delle atmosfere nordiche. Attiva dal 2007, ha collezionato finora con questo ‘My Domain’ quattro album. La Repubblica Ceca non è una nazione che ha contribuito in maniera determinante alla scena rock/metal europea, e i Clawed Forehead non fanno eccezione. Nel susseguirsi dei singoli brani la voce femminile di Tereza Malà non si amalgama tanto bene con i vari strumenti presenti, di cui spiccano gli archi. La cantante fa fatica a mostrare una certa interpretazione che possa rendere la sua prestazione appetibile alle orecchie dell’ascoltatore. Anche se il lavoro di produzione l’ha resa in qualche modo protagonista, non graffia e non coinvolge granché. C’è anche un brano in lingua originale, “Nicim”, nel resto dell’album tutto interpretato in inglese, ma che dimostra poco mordente. Il leader della band, il percussionista e polistrumentista Jakub Spirik, è colui che, oltre che autore dei testi, detta la parte strumentale, in primis i vari archi presenti (due violoncelli, un violino ed una viola da gamba), che ricordano un po’ i più famosi Apocalyptica. Questa parte strumentale dimostra di avere sprazzi di buona musica; tra le note positive denotiamo “Dead City” con il suggestivo ed acuto flauto di Spirik e che ricorda un po’ “Minstrel Of Dolomites” degli Evenoire; in parte “Solitude”, il brano più lungo dell’album, e la conclusiva e soffusa “Phlegmatic State”, con le voci di Tereza (questa volta davvero convincente, anche se solo alla fine dell’album) e di Jakub Spirik che creano sensazioni di quiete assoluta e di respiro profondo. Quest’ultimo brano risulta essere il migliore di tutto l’album. Ma è un po’ troppo poco, perché per il resto il lavoro d’insieme dei vari strumenti non sempre forma delle buone architetture sonore. Anzi, qualcuno potrebbe anche non sopportare certe soluzioni e provare sintomi di fastidio. Il buon folk, a differenza loro, è altro. Un gruppo come i Lyriel ad esempio, da cui i Clawed Forehead sembrerebbero prendere spunto, è distante anni luce. Fortunatamente le tracce non durano tanto; un disco con brani dal minutaggio più lungo sarebbe stato più deleterio, se si fosse mantenuta la stessa qualità (termine forse un pochino eccessivo) delle tracce presenti in ‘My Domain’. È un disco che si lascia dimenticare presto, così come anche la band stessa non sembra che possa lasciare il segno negli anni a venire.

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