tales of dark: perdition calls
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16/11/2009Al giorno d'oggi l'esaminare un disco per farne una recensione, almeno per il sottoscritto, consiste quasi unicamente in una, peculiare, operazione. Premesso che all'alba del 2010 ormai i dischi vengono registrati al 90% in maniera professionale e con una grafica il più delle volte più che adeguata, l'analisi del disco si basa unicamente nell'originalità o meno della proposta musicale. Già perché sinceramente ne ho le tasche piene di ascoltare dischi fotocopia, da parte di bands più o meno sconosciute che nei loro begli info sheet si professano originali e innovatori. Nessuno inventa più nulla nella musica metal al giorno d'oggi perchcé non c'è nulla più da inventare; è come un filone d'oro ormai esaurito da tempo. Inutile sperare di trovare qualcosa, non ce n'é per nessuno, indipendentemente dalla buona volontà nella ricerca. Esempio lampante di ciò i serbi Tales Of Dark. Associarli ai My Dying Bride del medio periodo con un tocco di Moonspell (specialmente per quanto riguarda la voce del cantante Arpad Takaè) è una bestemmia bella e buona, ma è innegabile la costante e palese influenza sul sound di 'Perdition Calls' album che avrebbe meritato di sicuro un 100 in quanto a giudizio globale, se gruppi come i già citati MDB e Draconian non fossero mai esistiti. Peccato invece che sia vero il contrario... Tutto ciò che pensate di poter sentire su questo album è già stato scritto, suonato e registrato più di dieci anni fa, sinceramente non vedo perché mai dovrei comprare un disco di doom atmosferico di serie B, quando posso avere benissimo la versione originale della tiritera, da un gruppo di serie A.
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