THE ETERNAL: Waiting for the Endless Dawn
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15/11/2018La lunga carriera degli The Eternal inizia con il moniker Cryptal Darkness nel lontano 1993, per poi approdare all’attuale appellativo nel 2003. Un percorso fatto di coerenza ed amore per il gothic metal più classico. Vicini a Paradise Lost e My Dyding Bride, iniziando tra l’altro proprio in quel periodo “storico” musicale, sono sempre stati paragonati a quei due mostri sacri, senza però raccogliere la considerazione che forse avrebbero meritato. Crediamo che 'Waiting for the Endless Dawn' sia il punto massimo della loro carriera discografica. Sound corposo, dalle tiepide melodie e dalla malinconia profonda, rispecchiando perfettamente ciò che il concetto di gotico vorrebbe. Nessun look, nessun atteggiamento modaiolo, solo genuinità di espressioni che trasuda in ogni nota. Full-length di quasi 75 minuti che non tedia per un secondo, manipolando il tempo e non lasciandoci appesantiti, anche dopo molteplici ascolti del medesimo. Naturalezza e gusto per le armonie sono il punto di forza di una sofisticatezza che prende forza da un’esperienza di lunga data. Alcun sconvolgimento nel filone, sia chiaro, l’aggiunta di elementi progressive rientra in una combinazione di ingredienti già conosciuta. L’album però è emotivamente coinvolgente, capace di rappresentare mestizia in mille sfaccettature, senza precipitare in una debolezza ed apatia a cui a volte molti “cloni” di certe realtà ci hanno abituato. Tra l’altro, troviamo ingiustamente non considerati come “originali” i The Eternal, se non altro perché anch’essi formatisi ed evoluti in contemporanea con i mostri sacri di cui sopra. L’impasto di voci e le soluzioni di chitarra creano un vortice di colori, una dinamicità rara in questi contesti, brezza che poi lambisce la gutturale voce che talvolta emerge come monolite tra le onde. Se non amate il gothic, passate la mano, se non altro perché non vi imbatterete in elementi “fuorvianti” che vi prenderà per mano per portarvi altrove. In caso contrario, questa è l’oasi perfetta per chi mastica il genere, un concentrato di sensibilità che vi porterà a metà tra nubi nere ed un cielo terso. Mare in tempesta da contemplare in silenzio, senso di protezione che vi terrà stretti, il riparo di cui troppe volte dimentichiamo l’esistenza, ma che invece è sempre lì ad attendervi.
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