STYGIAN CROWN: Stygian Crown
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05/06/2020Nata da componenti di Gravehill, Morgion e Divine Eve, questa formazione californiana mette sul piatto grazie a Cruz Del Sur Music il suo primo full length omonimo: 'Stygian Crown'. La band, dal sapore di progetto parallelo, ma comunque dotata di una buona dose di personalità, capitanata dal terzetto Rhett A. Davis, Nelson Miranda e Jason Thomas (tutti nei Gravehill), coadiuvati da Andy Hicks alla chitarra e Melissa Pinion alla voce, ci propone un classico doom dalle tinte epiche e orientaleggianti; una sorta di fusione tra Candlemass e Bolt Thrower. La prima cosa che salta “all’orecchio” è la voce di Melissa, la quale si è occupata delle linee vocali e dei testi; in effetti, il range vocale della cantante non ha la tipica brillantezza del cantato femminile, bensì i toni sono più scuri, ma sempre fieri, donando quel gusto androgino alle liriche che differenzia subito le spezie che il gruppo vuole offrire. I riff cupi ed ossessivi sono il loro standard compositivo, il mood melodico che pervade tutto il disco è sempre arricchito da melodie e armonie orientali anche se, dobbiamo dirlo, l’originalità non è propriamente un marchio di fabbrica. Le tracce interessanti sono sicuramente: “Devour The Dead”, brano incentrato sulla figura di Ammit, la creatura divoratrice nell’antica religione egizia, mentre dal forte respiro mitologico “Two Coins For The Ferryman”, si basa sul mito di Caronte. Nel complesso i brani sono piacevoli, ma a tratti, la reiterazione di alcune sonorità rende il tutto un po’ troppo simile a sè stesso, senza mai esplodere in un climax degno di nota; colpa forse anche dalla durata eccessiva dei brani che superano sempre i sei minuti quando, forse, in meno tempo i concetti musicali si sarebbero potuti esprimere in modo più incisivo.
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