STRATOVARIUS: Survive
data
07/10/2022Le intenzioni degli Stratovarius di tornare con un nuovo studio album erano state ampiamente annunciate, ma è passato più tempo del previsto, se si considera che sono trascorsi ben sette anni dal precedente full-length "Eternal". Nel frattempo, nel 2018 la band aveva pubblicato la compilation "Enigma: Intermission II" con outtakes e qualche inedito, rallentando così in qualche modo la lavorazione del nuovo album, anche perchè, poi, in effetti, il gruppo finlandese ha deciso di non includere nessuno di quei brani nel full-length in lavorazione. Arriva dunque finalmente il momento di "Survive", un disco che ha impegnato duramente la band per la sua realizzazione, ma possiamo dire che è valsa la pena per l'attesa. Infatti, si tratta di un lavoro che colpisce sin dai primissimi ascolti, con una tracklist molto ben articolata, che non sembra conoscere punti deboli. Si nota anzitutto la scelta del gruppo finlandese di puntare su un sound in grado di suonare fresco e moderno, senza però snaturare il proprio stile, grazie anche ad alcune scelte timbriche da parte di Jens Johansson, che con le sue tastiere opta per sonorità magari un po' in voga nell'attuale scena scandinava (ad esempio potremmo in qualche modo pensare agli Amaranthe) ma senz'altro personalizzate e ben calate nel contesto sonoro degli Stratovarius. Il risultato è così quello di un sound potente, bombastico e altisonante, come dimostra l'ottima titletrack, così come altre tracce quali ad esempio "Demand" o "We Are Not Alone". Viene concesso tuttavia, volutamente, un richiamo quasi nostalgico agli anni '90, con l'autocelebrativa e anthemica "Glory Days", ma si va forse anche più indietro nel tempo con "Firefly" un brano heavy che ci ha fatto pensare a cose tipo "Eye Of The Tiger", dalla colonna sonora di "Rocky III" o in generale a soundtrack di film di questo genere. La maggior parte dei brani sono comunque caratterizzati da ritmi veloci e dirompenti: su tutti, l'ottimo "World On Fire", dove peraltro Kotipelto dà prova di volersi cimentare (qui, come del resto su tutto l'album) su linee vocali non necessariamente alla ricerca delle ottave più alte, quanto su delle interpetazioni assolutamente credibili, oseremmo dire persino con una giusta dose di pathos. Al di là dei pezzi veloci, la band dà ovviamente comunque spazio anche a potenti mid-tempo come "Frozen In Time" e "Breakaway" o a canzoni dotate di un refrain solenne ed evocativo come "Before The Fall". Non poteva mancare una traccia dal minutaggio più elevato, che nel caso specifico è "Voice Of Thunder" (la quale supera gli undici minuti di durata), un pezzo che magari non è neppure tra i più complessi tra i tanti realizzati dalla band finlandese, ma che funziona molto bene e nel quale possiamo segnalare un intermezzo con notevoli parti strumentali e un finale molto bello con cori e orchestrazioni a supporto di un assolo di Matias Kupiainen molto intenso e carico di feeling. Insomma, gli Stratovarius sono tornati con un disco davvero convincente e di grande impatto, dimostrando come si possano ancora realizzare ottime canzoni di power metal senza per forza dover pubblicare dischi fotocopia, ripetitivi o eccessivamente autoreferenziali e questo è un grande merito che va loro senz'altro riconosciuto.
Commenti