STRATOVARIUS: STRATOVARIUS
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28/09/2005Il 2004 di certo non è stato l'anno più semplice per gli Stratovarius, la crisi di Tolkki e i ripetuti mini-split all'interno del gruppo (per non parlare degli improbabili sostituti) hanno contribuito ha generare un clima di tensione tra la band e i fans. Ma, come in tutte le storie a lieto fine che si rispettino, tutto è bene quel che finisce bene. Il 13 Gennaio 2005, dopo quasi un mese dall'annuncio di un possiblie ritorno, la power metal band finlandese più famosa al mondo ufficializza la propria "reunion" e nel Settembre dello stesso anno viene alla luce il nuovo "Stratovarius", il dodicesimo album della loro storia. L'ALBUM Come il titolo lascia intuire, si tratta di una biografia degli eventi dello scorso anno: partendo dalla crisi di Tolkki, passando per gli split e concludendo con il ritorno della band. Una sorta di "concept" decisamente atipico sia per quanto riguarda i testi sia per i comuni standard musicali della band . L'artwork celebrativo ed il booklet degno di una band gothic già c'indirizzano su quello che sarà l'ascolto di questo platter: un album musicalmente sofferto dove la band, capeggiata dal songwriter Timo Tolkki, si racconta e si svela ai propri fan. Che il sound non sia lo stesso, lo si capisce fin da subito. L'opener "Maniac Dance" è tutto tranne quello che ci si potrebbe aspettare dai cinque finlandesi. Un riffing ruffiano ed "ignorante", potrei quasi dire hard rock, accompagna tutto l'andamento del brano assieme al cantanto di Kotipelto che, a tratti, pare irriconoscibile formando un singolo piuttosto anonimo ed inaspettato. La band si riprende con le successive "Fight!!!" e "Just Carry On", quest'ultima come migliore del lotto, due brani dalle ritmiche infuocate dove la voce di Kotipelto gioca a farla da padrone. "Back To Madness" e la contestata "Gotterdammerung (Zenith Of Power)" rapprestano due note dolenti di questo platter. La prima pare estratta direttamente dal primo Elements, nella quale la band si perde tra facili melodie e composizioni frivole. La seconda risulta, tanto per essere chiari, semplicemente brutta. Nel brano troviamo diversi elementi validi ma che vengono mal sfruttati a scapito del refrain povero e ripetuto fino allo sfinimento. "The Land Of Ice And Snow" (brano dedicato alla Finlandia?) è un dolce inframezzo tutto per l'ugola del buon Kotipelto che, se meglio sfruttato, poteva fare una figura migliore di una banale riproposizione della classica "Forever". A chiudere abbiamo due mid-tempo sui quali il conclusivo "United" la fà da padrone con un buona prestazione dell'intera band ed un ritornello classico ma tutto da cantare. I TESTI Nella stesura dei testi il mastermind Timo Tolkki s'è fatto aiutare in due occasioni dal singer Kotipelto (Just Carry On, Gipsy In Me), con ottimi risultati, e da Jens Johansson per "Leave The Tribe", componendo uno dei testi meno significativi del lotto. Come già detto le lyrics di "Stratovarius" si basano sugli eventi dell'ultimo anno: nei plateali testi di "Maniac Dance" e di "Back To Madness" Tolkki racconta la sua follia e le cause della sua crisi ("This year has been a nightmare, i've been so low, I don't care, I've dwelled in dephts of darkness swarn accross the ocean of pain"). "Fight!!!" invece è un inno per incoraggiare la sua successiva ripresa. I due capitoli composti da Kotipelto non sfigurano, continuando l'ottimo lavoro fatto con le stesure del suo "Coldness". Dal mio punto di vista con "Gipsy In Me" Timo ha voluto raccontare i momenti successivi dallo split dalla band, mentre con il testo di "Just Carry On" m'è sembrato dare un caldo supporto ad un amico in difficoltà, un invito a superare le difficoltà e a voltare pagina assieme. Questo brano ha saputo scaldarmi, l'ho trovato carico di energia positiva e secondo solo al commovente inno di "United", un testo dove Tolkki regala il meglio di se e che farà la gioia di tutti gli Strato-fan sparsi per il globo (United we stand, Divided we fall, The sun is shining for each and for all, The future is bright and there's hope in the air, Together we're singing, Together we care). Di certo questo "Stratovarius" musicalmente non saprà regalare particolari soddisfazioni. Non farà cambiare idea a chi la band non l'ha mai amata e non farà innamorare chi invece, non l'ha mai conosciuta. Un album "introspettivo", se vogliamo, dai toni caldi e dalle liriche personali con la quale la band si svela ai propri fan. Gli Stratovarius all'appello gridano fieri "Presenti!" e chissà che in futuro non ci riservino sorprese con un album "vero"....
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