STORMHAMMER: SIGNS OF REVOLUTION
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16/06/2009I tedeschi Stormhammer esistono dal 1993, e nel 2000 hanno esordito sul mercato con l'album 'Fireball'. Oggi, con questo nuovo 'Signs Of Revolution', la band arriva alla quarta release sempre all'insegna del più classico power teutonico, ideale mix tra le sonorità degli Helloween post Roland Grapow, dei Gamma Ray moderni e dei Grave Digger, con qualche linea melodica abbastanza riconducibile all'heavy classico di Accept e Primal Fear che fa capolino ogni tanto; anche per questo quarto appuntamento non sono certo mancati gli ormai classici assestamenti alla line-up, ed a fronte della conferma del ruvido ma valido singer Mike Zotter (Tommy Lion e Michael Schinkel erano durati un solo album a testa), questo cd vede l'ingresso in squadra dell'ex Benedictum Chris Morgan alle tastiere, ed il passaggio di consegne alla chitarra ed alla batteria di Alex Heigl e Jojo Lang per Semi Felke e Ruben Strenzke. Il punto di forza della band, a conti fatti, è la coerenza di stile, con un sound immutato uscita dopo uscita, ma questa mancanza di cambiamenti ancora oggi nega l'esistenza di una certa personalità che nella band è sempre latitata, e questo è sicuramente il peggior difetto per i tedeschi. Certo, dal punto di vista strumentale ci siamo alla grande, con un'ottima prestazione da parte di tutto il gruppo, ed anche produzione ed editing sono ottimi, ma per il defender allenato tutto l'insieme sa decisamente di scopiazzatura sistematica di idee altrui, con un'impressione di già sentito lungo l'intera durata dell'album. Gente, se avete del carattere, della personalità, è forse il caso di dimostrarlo, perchè senza si fanno dischi gradevoli come questo, non lavori memorabili.
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