SPOCK'S BEARD: OCTANE
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08/02/2005Il 2005 si apre splendido e fulgente con una nuova fatica degli Spock's Beard, band americana che è passata dall'essere accreditata come una delle migliori realtà del panorama progressive rock mondiale a rango di comprimario causa dipartita del carismatico singer Neal Morse. Al secondo album nel doppio ruolo di batterista e cantante troviamo Nick D'Virgilio, che già nel precedente lavoro mi aveva favorevolmente colpito e che in questo nuovo "Octane" conferma le mie impressioni di due anni or sono. Ma andiamo con ordine: questa nuova fatica di Alan Morse e soci segna un deciso passo avanti rispetto al pur buono "Feel Euphoria"; in questo "Octane" si sente la viva fiamma del prog che ispira e motiva tutti i musicisti spingendoli alla composizione di veri e propri capolavori ("I Wouldn´t Let It Go", "She Is Everithing" e l'elettrizzante opener "The Ballet Of The Impact"). Già solo le tracce precedentemente menzionate valgono l'acquisto del cd, che comunque risulta molto vario, ben concepito, suonato ed arrangiato, con un gusto non dissimile da quello che vive all'interno di quel capolavoro immortale che è "Snow"(perla che credo rimarrà ineguagliata anche negli anni a venire): comunque anche le altre canzoni non risultano certo dei meri riempitivi ma anzi in alcuni tratti raggiungono vette compositive ottime, pur senza arrivare ai livelli delle tre perle di questo ottavo lavoro degli Spock's Beard La produzione è ottima, curata e attenta alla resa dei singoli strumenti; la cover a mio avviso è molto bella nella sua semplicità: ricordo che come da tradizione Inside Out ci sarà una Special edition del cd contenente ben otto canzoni in più ed una ricca sezione multimediale; un acquisto sicuramente consigliato ai fan del gruppo.
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