SOULFLY: PRIMITIVE
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15/11/2005Dopo un debutto piuttosto stupefacente, che tra i tanti meriti aveva quello di dimostrare definitivamente che il vero motore dei Sepultura era lui, Max Cavalera e i suoi Soulfly si ripresentano al grande pubblico con il secondo capitolo discografico, dopo una rivoluzione di line-up pressochè totale. La peculiarità di “Primitive” è senza dubbio la sua lunghissima lista di ospiti; Corey Taylor degli Slipknot (all’epoca appena esplosi con il debutto), Tom Araya, Chino Moreno, Sean Lennon, percussionisti brasiliani, i rapper Cutthroat Logic e molti altri. E’ chiaro quindi che le aspettative fossero molto alte; aspettative che Max riesce a non deludere, cucendo addosso ai diversi personaggi da lui assoldati brani di buon livello. “Pain”, con Moreno, è un violento pezzo di nu thrash, mentre “Jump Da Fuck Up” si adatta perfettamente ai cambi di registro di Taylor. Commovente “Son Song” con Sean Lennon, dedicata ovviamente ai padri dei due singer, mentre è il thrashcore di “Terrorist” con Tom Araya a convincere maggiormente, grazie anche alle citazioni liriche di “Inner Self” e “Criminally Insane”. Se i brani finora elencati vivono esclusivamente sui loro special guests, il resto dell’album (escluse la strumentale “Soulfly II” e “Flyhigh”, cui partecipa la bravissima Asha Rabouin presente anche nel successivo “3”) è composto dai soliti quattro riff rubati da “Roots” che Max avrà scritto in un paio d’ore. Dopotutto “Primitive” va preso per quello che è, una sorta di capriccio individuale del buon Cavalera, non a caso l’unico ad apparire in foto nel booklet. Senza dubbio da ascoltare per la sinergia con i nomi di cui sopra, ma per il resto trascurabile.
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