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SOULFLY: SOULFLY

data

30/01/2006
80


Genere: Tribal Thrash
Etichetta: Roadrunner Records
Anno: 1998

L’abbandono di Max Cavalera dai Sepultura, un abbandono tanto improvviso quanto burrascoso e teso, colse tutti di sorpresa. La band carioca, proprio all’apice del succcesso mondiale, veniva messa in crisi dall’allontanamento del suo leader, della sua voce, del suo simbolo se vogliamo. Accade alla fine del ’96; nell’estate del ’98 quindi a poco più di un anno dal fattaccio, Max si ripresenta con la sua nuova band, Soulfly, un’incognita per tutti. Le domande si agitavano frenetiche nelle menti di tutti i fan dei Sepultura, ma è bene dire che alla fine “Soulfly” si rivelò una realtà entusiasmante, che girò ripetutamente nei lettori di tutti quanti, scettici e non. Il buon Max, incurante delle circostanze, non fece altro che riprendere il discorso musicale che gli stessi Sepultura lasciarono in sospeso con il pluriacclamato “Roots”, ampliando il contesto e anticipando di moltissimo certi stilemi che poi sfociarono nell’esplosione nu metal (ricordiamoci che nel ’98 i Korn avevano appena cominciato a tirare in USA), complici anche l’ospitata di gente tipo Fred Durst. E’ dunque un thrash metal tribale e pesantemente contaminato dalle radici brasiliane quello che i Soulfly ci propongono, nonostante i primi tre pezzi siano delle fucilate di rara potenza; è da “Tribe” (titolo non casuale) che si cominciano a vedere tutte le sfumature che il platter ha da offrire, un platter che passa da pezzi sicuramente spassosi come “Umbabaraumba”, un vero e proprio inno calcistico che fu tra le altre cose uno dei singoli estratti, o “Bumba” a pezzi più complessi come la strumentale registrata in presa diretta che dà il titolo all’album e alla band, e che diventerà una tradizione per tutti i capitoli seguenti, la conclusiva ed apocalittica “Karmageddon” o “Bumbklaat”, sempre inframmezzati da macigni sonori di puro thrash sepulturiano, si vedano “No” e la violentissima “The Song Remains Insane”. Di lì a poco anche gli ex colleghi si rifaranno vivi con l’orribile “Against”, decretando una schiacciante prima vittoria in favore di Max. Il resto è storia.

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