SOULFLY: PROPHECY
data
07/11/2005Il quarto capitolo della saga Soulfly ha l’arduo compito di risollevare le quotazioni del buon Max dopo il deludente “3” (che resta, sia chiaro, comunque superiore alla produzione degli ultimi Sepultura) e il precedente “Primitive”, album di buona caratura ma che si fondava esclusivamente sulle partecipazioni illustri presenti in ogni brano. “Prophecy” riesce in tutto questo, mettendo altra succosa carne al fuoco, si legga una ritrovata vena metallica, thrash e hardcore, come ai bei vecchi tempi. La title track che apre il lavoro è il solito esercizio scaldamuscoli che ricicla i riff di “Roots”, ma già dalla seconda “Living Sacrifice” sono chiari gli intenti di Cavalera, che recupera saldamente il controllo del suo songwriting, lasciando che le divagazioni etniche e nu siano più rarefatte, ma ancora presenti e bene integrate nel sound, in un unico continuum sonoro che ha comunque le basi poggiate nel background thrash/hardcore dell’ex singer dei Sepultura. “Defeat U”, “Born Again Anarchist” (stacco thrash da manuale) e “Porrada” sono i pezzi più tirati, soprattutto l’ultiimo di questi che inizia con un’innocuo pattern acustico per poi scatenarsi in tutta la sua furia. Tocca a “Moses” e “I Believe” l’onere delle divagazioni tribali ed etniche, ai limiti del reggae; due brani che si rivelano più che buoni, insieme alla strumentale “Soulfly IV” e alla conclusiva “Wings”. In conclusione, Max torna con “Prophecy” ad avvicinarsi al sound che più di ogni altro gli appartiene. Processo che arriverà a sublimazione nel recente ed entusiasmante “Dark Ages”. Obiettivo centrato.
Commenti