SLOWMOTION APOCALYPSE: MY OWN PRIVATE ARMAGEDDON
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06/06/2006Perchè la Svezia sì e noi no? La domanda si è fatta strada nella mia testa ascoltando questo “My Own Private Armageddon” degli italianissimi Slowmotion Apocalypse, debut album dopo un paio di demotape (anch’essi come il platter qui presente registrati agli ottimi Fear Studios di Ravenna, una garanzia ormai) ormai risalente all'anno passato e finora distribuito dalla statunitense Tribunal Records. Eh si perché se mi avessero dato in mano questo disco senza nessuna indicazione, l’avrei scambiato per una promettente realtà dei paesi scandinavi, dove detto tra noi certi gruppi dovrebbero invidiarceli. Gli Slowmotion Apocalypse, come avrete intuito, ci propongono un thrash/death fortemente debitore alla scuola At The Gates, ma che non disdegna puntantine anche in altri ambiti; abbondanti dosi di metalcore e metal classico scorrono nelle vene dei riff partoriti dalla sei corde di Ivan Odorico (superlativo anche in fase solista, ovvero quando per essere acclamati non serve sboronare con scale, scalette e ascensori lunghe mezz’ora). La caratteristica peculiare dei cinque ragazzi di Pordenone è infatti quella di saper rileggere con personalità i classici stilemi di cui sopra; se l’opening strumentale “The Beginning Of The Apocalypse” può ricordare le intro più ispirate dei Darkane, l’assalto programmato di “The Insomniac”, il brano migliore del lotto, “Vote For Extinction” o i disinvolti mid-tempo tipo “Kill In Progress” mettono in luce un combo ricco di personalità e peculiarità perlopiù assenti nei gruppi di questo genere, insopportabili anche e soprattutto a causa di questo. Dicevamo poco sopra, perché in Svezia si e qui no? E’ ora di far capire che da noi non esistono solo il power metal o i Lacuna Coil, e che abbiamo band degne di supportare gente tipo The Haunted, Soilwork o In Flames. Tipo gli Slowmotion Apocalypse…
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