ZEROVOLUME: SQUILIBRI
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11/07/2008Mmm…so che non è il modo ideale per iniziare una recensione, ma questo lavoro degli Zerovolume, 'Squilibri', mi ha lasciata molto sconcertata e il motivo questa volta non sta nella durata dei brani o nella loro difficoltà d’ascolto, ma partiamo dal principio. Gli Zerovolume si sono formati nel 1996, dopo aver avuto esperienze musicali in altre band, iniziano a scrivere subito pezzi inediti che presentano in vari locali e manifestazioni toscane; nel corso degli anni la band si esibisce in numerevoli concerti e festival, tra cui il New Generation Festival, il Sounds Festival 2002 e il Festival Maremma Rock, e a registrare due demotape e due cd, composti da tre brani ciascuno, intitolati 'Boutique' e 'Acquamilk'. Il nuovo 'Squilibri' è il primo full-lenght per il gruppo, con cui ci propongono uno stile che fa largo uso di suoni electro-industrial dal forte sperimentalismo e chitarre rock, e forse è questa troppa presenza di musica elettronica a diventare il loro punto di forza e limite assieme. Perché non si può negare che i nostri ci sappiano fare con questo tipo di suoni, anzi, la loro qualità è indiscutibile e un album così troverebbe molto seguito in ambiente elettronico/sperimentale, ma dall’altra parte la componente più rock viene a volte un po’ sacrificata e lasciata in secondo piano, tanto che all’inizio la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un disco dance o a un gruppo fortemente ispirato dai Subsonica, cosa già più veritiera. Nonostante questo, non mancano brani che presentano una sezione melodica quantomeno un po’ più studiata, come "Fotografia", "Elettrorivoluzioni" e "Autouomo", alle quali si affiancano pezzi più riusciti come la coinvolgente "Silenzi Radio", "Club Rockstar", "Narcolettica", l'originale "The Columbia Black Box Interlude" dove voci del cantante e sigla della CNN si sovrappongono, "Stereovertigini" e la conclusiva "Effetti Collaterali". Chissà, magari tra qualche mese lo troverò un grande disco ma per il momento la mia opinione rimane quella di un lavoro a livello della sufficienza.
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