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SKID ROW: THICKSKIN

data

27/11/2003
75


Genere: Hard-Rock
Etichetta: SPV
Anno: 2003

E rieccoti gli Skid Row, rieccoli dopo rumori, voci di corridoio e fughe di notizie varie, rieccoli a cavallo del loro nuovo album senza Sebastian Bach alla voce, rieccoli con tutti i fari puntati addosso, perché fallire vorrebbe dire commettere un passo falso alquanto compromettente, sicuramente difficile da cancellare e che significherebbe l'inizio di un baratro, nel quale molti sono caduti e da cui allora non sono più tornati. Ebbene penso che tutti, come il sottoscritto prima dell'ascolto del cd in questione, si saranno posti la domanda: "Ma gli Skid saranno ancora loro? Saranno cambiati? Saranno diversi?", e cercheranno durante la lettura di una recensione come questa di trovare una risposta ai propri quesiti. Tralasciando giri di parole inutili, ve lo posso dire con sincerità: era evidente che non avremmo mai più riascoltato album sulla falsa riga del debutto e simili, ma ciò non significa che questo non sia un ottimo album, un cd nel quale abbiamo la possibilità di ascoltare gli Skid Row in versione 2003, forse meno legati ad un certo di tipo di hard più tradizionale, e pronti invece ad immettersi in un corso che spesso abbraccia sonorità quasi (e sottolineo quasi) alternative, nelle quali sono le parti melodiche a giocare il loro ruolo vincente. Altro tasto dolente e portatore di mille dubbi per tutti coloro che sono alla ricerca di risposte è naturalmente la voce del nuovo singer Johnny Solinger, un cantante che sicuramente non possiede un'estensione vocale pari a quella di Seb Bach, ma che immerso in questo nuovo corso non demerita affatto, apportando invece una serie di interpretazioni più che adatte, lasciando così anche il proprio marchio di fabbrica sul questa nuova (e diciamolo: riuscita) opera dei celeberrimi artisti statunitensi. Per non tralasciare qualche cenno alle songs contenute nel cd, la mia scelta ricade sulla parte più facile e diretta dello stesso, che in canzoni come "Ghost", "Born A Beggar" e "See You Around" ci mostra in pieno il nuovo corso intrapreso dal gruppo, un corso che, nonostante rimanga ancorato ad alcuni dei tratti caratteristici che furono, si getta nel terzo millennio con coraggio e deterninazione, caratteristiche che più delle altre mi hanno fatto apprezzare davvero il lavoro in questione. E così, a ribadire il già citato concetto, ci pensa una nuova versione hard'n'roll'n'punk della famosissima "I Remember You", una versione che mi ha fatto sorridere e che mi ha contemporaneamente ricordato il cuore presente di questi ormai non più guys, forse cambiati nella pelle ma non nello spirito. Che altro aggiungere, gli Skid Row sono tornati. Abito nuovo, attitudine nuova, aspetto nuovo. Ma la personalità e l'anima sono rimaste intatte, come uno qualsiasi di noi che dopo quasi vent'anni si riguarda allo specchio, trovandosi quella qualche ruga in più, qualche esperienza in più sulle spalle, ma lo stesso modo di vedere il mondo che ci circonda. Questo è quanto, il resto della storia lo lascio a voi. Con un grosso bentornato ad uno dei più grandi capisaldi delle sonorità hard di sempre.

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