SHOWDOWN BOULEVARD: ONE WAY
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16/09/2012Ultimamente sembra che il nostro belpaese (...) sia diventato la nuova "jungle" di cui parlavano i Guns N'Roses nel loro brano ultra famoso. Glam, street, sleaze e palate di r'n'r stradaiolo hanno invaso la penisola, ma la cosa che più si nota è che ci sono molti musicisti coinvolti nel vero senso della parola, cioè dei veri rockers con tanto di attitudine! I tre artisti di questo gruppo (il batterista Willy ha lasciato durante le registrazioni) rientrano in questa categoria e si sente ascoltando 'One Way', primo vagito discografico con questo monicker. Sin dall'immagine di copertina, con quella distesa desertica che si estende a perdita d'occhio, si viene catapultati in un'immaginario fatto di whisky, belle donne e viaggi interminabili, cosa che anche la voce graffiante e "fumosa" di Stevie contribuisce a creare, dando un'impronta che ricorda quella tipica e graffiante del buon Tyla con i suoi grandissimi Dogs D'Amour; certo non il massimo di tecnica, ma in fondo, in questi casi, non ce ne frega una beneamata. Le canzoni sono inni al più puro hard-street, con qualche concessione alla dolcezza come nella sofferta "So Bad" dove fanno capolino i Def Leppard , o nella conclusiva semiacustica "Last Night In Paris" dove appare anche una fisarmonica che dà proprio il tocco tipico delle canzoni di Yves Montand, risultando a nostro parere il brano più riuscito dell'album. Non che gli altri non lo siano, anzi la carica di "Life Is A State Of Mind", o "Learn To Fight" é assolutamente trascinante, mentre in "Hands On The World" aleggia inquietante lo spirito dei Cult del capolavoro 'Sonic Temple'. Detto questo è da sottolineare la prova di Manguss, un personaggio talmente poliedrico da avere un passato black metal nei Mortuary Drape(!) in cui suonava il basso, ma totalmente a suo agio nello sciorinare sia assoli di ottima fattura, sia riff alcoolici quanto un Four Roses invecchiato.
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