SINNER: One Bullet Left

Tre anni dopo 'Crash & Burn', quel vecchio volpone di Mat Sinner si ripresenta con la sua creatura originaria che può oramai vantare una carriera trentennale. E addirittura ci offre una band a tre chitarre visto che i ragazzotti di Stoccarda hanno accolto il ritorno del figliol prodigo Alex Beyrodt. L'album in sè non è molto distante dall'ultima fatica, si conferma però permeato di ottime idee e splendidi momenti che portano quest'opera in alto, di certo una delle migliori uscite dell'anno nel campo power. "The One You Left Behind" ci permette di palesare quanto sopra esposto, un bel pezzo potente e melodico con un ritornello di tutto rispetto, così come la title track che, con quel ritmo cadenzato e ipnotico, ci accompagna dentro un inciso da trascinare anche l'ascoltatore più scettico. Il singolo "Back On Trail" invece pecca di eccessiva ispirazione ai Lizzy di Phil Lynott (mai nascosta tra l'altro), sia il testo, sia il cantato sulle strofe è veramente imbarazzante, mentre l'inciso per fortuna si distacca un attimo e salva in corner un brano partito male, alla fine però ha la peculiarità di rigirare in testa per giorni. Curiosa la cover di "Atomic Playboy" di Steve Stevens dove la band del biondo bassista riesce a proporre in maniera fedele mettendoci tuttavia del pepe nel tiro. Un disco decisamente positivo, più interessante delle ultime proposte dei Primal Fear, più cattivo di 'Crash & Burn', ma con una forte dose di melodia che lo rende più che godibile. Certo è che i Sinner in versione power degli anni '80 non ci sono più, ma questi non si disdegnano di certo.