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SEVENTH KEY: SEVENTH KEY

data

11/02/2004
78


Genere: Melodic Hard-Rock
Etichetta: Frontiers
Anno: 2001

Dopo aver rivestito per oltre un decenno la parte di seconda voce dei Kansas, Billy Greer costituisce nel 2001, grazie al supporto della Frontiers Records, il suo personalissimo progetto "Seventh Key", coadiuvato da amici e musicisti con i quali collaborò all'interno della parentesi con la band madre. I Seventh Key ci presentano un album di classico hard melodico, impregnato di melodie dal tipico Kansas-style, il tutto naturalmente rielaborato in un contesto musicale maggiormente moderno. Le chitarre sempre in prima linea (tra le quali spunta quella del mostro sacro Steve Morse) risultano essere sicuramente uno degli elementi portanti della struttura delle songs, intrecciate con grande enfasi all'interno dei disegni tastieristici che fanno da sfondo all'ossatura delle varie composizioni. La voce di Billy Greer, acuta e permeabile, riesce ad esprimersi egregiamente sia nei pezzi più "hard", sia nelle ballads d'atmosfera, diventando il riferimento principe per le orecchie dell'ascoltatore di turno. Probabilmente l'unico difetto riscontrato nelle undici tracce risulta essere l'assenza di veri e propri hit, funzione ricoperta a mio giudizio solo dall'apripista "The Kid Could Play", lasciando così scorrere le altre songs sì ad un ottimo livello, ma non così elevato da renderle i classici pezzi per i quali si farebbero carte false. Per il resto non mi sembra di aver riscontrato ulteriori difetti o sbavature, la produzione infatti valorizza a dovere il sound di tutte le tracks del cd, inserendo perfettamente ogni singolo strumento al suo posto ideale. Tra l'altro i musicisti che accompagnano Greer in questa avventura sono pressoché tutti personaggi affermati nel mondo del rock d'oltreoceano, capaci quindi di svolgere ottimamente il loro compito nello scacchiere del progetto Seventh Key. Mi sembra alla fine che 78 sia il voto più adatto per questo più che buon esordio dei Seventh Key, e tengo a ripetere che solo la mancanza di veri e propri hits non ha permesso all'album di diventare un killer-cd in piena regola. E' altresì vero che consiglio lo stesso a tutti gli amanti del rock in generale, difficilmente Billy Greer e soci riusciranno infatti a non carpire la vostra attenzione nei 54 minuti di musica da loro proposta.

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