SEPULTURA: DANTE XXI
data
29/03/2006Ambizioso questo nuovo lavoro dei Sepultura che dedicano un intero album alla più immortale delle opere letterarie, la Divina Commedia del sommo Alighieri. Riguardo alle intenzioni della band, titolo dell’album e copertina (bruttina in verità) non potevano infatti lasciare dubbi. Peccato che il risultato alla fine non riesca a strappare più di una piccola sufficienza, perché se da un lato le lyrics meritano la giusta attenzione, come la rivisitazione in chiave attuale della famosa selva oscura, dal punto di vista prettamente musicale ci troviamo di fronte al solito metalcore con influenze che vanno dal thrash al tribale, ma che non riesce ad essere incisivo come dovrebbe. In realtà questa è una situazione di stallo che dura ormai da qualche anno e sinceramente non mi pare nemmeno che esistano i presupposti affinché le sorti di questa storica band riescano finalmente a mutare in senso positivo. Introdotto da una malvagia “Lost”, è il brano “Dark Wood Of Error” ad assestare il primo colpo di questo “Dante XXI”, che seguito senza soluzione di continuità da “Convicted In Life”, ripropone la classica aggressività della formazione brasiliana: gli echi del passato sono però tanto inequivocabili da far sembrare a corto di idee i quattro musicisti. Fortunatamente non è sempre così, perché qua e là, all’interno del disco troviamo spunti meno scontati che mostrano come dalla parte dei Sepultura ci sia una certa volontà di guardare avanti e di non restare stritolati dalla propria storia. Così fanno bella mostra di sé anche strumenti come violoncelli, corni e sitar, che vanno ad impreziosire le ispirate atmosfere di “Ostia” e “Still Flame”, due brani che potrebbero essere un interessante punto di ripartenza per il combo sudamericano.
Commenti